I sondaggi prevedono la sconfitta di Abe il 29 luglio, ma saranno decisivi i molti incerti
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Solo “un miracolo” può permettere al Partito liberale democratico (Pld) del premier Shinzo Abe di evitare la sconfitta nel voto del 29 luglio e di non perdere il controllo della Camera alta del parlamento giapponese. Così prevede il parlamentare Pld Taro Kono, che nel 2006 ha conteso ad Abe la successione di Junichiro Koizumi. Ma oggi Abe ha dichiarato che non prevede di dimettersi ma vuole “portare avanti le doverose riforme in qualsiasi situazione possa esserci”. Lo conferma Shoichi Nakagawa, responsabile politico del Pld, secondo il quale “l’elezione non è finalizzata in modo diretto a scegliere il primo ministro, per cui credo che Abe continuerà come premier”.
La fiducia nel governo Abe è precipitata, dopo il suicidio di un ministro, le dimissioni di altri due e lo smarrimento dei dati sulle pensioni di 50 milioni di persone. Le indagini d’opinione mostrano che gli elettori sono preoccupati per il sistema pensionistico, piuttosto che per le riforme costituzionali, e Abe è anche criticato per essersi dedicato più alle riforme che ai problemi pensionistici. Sono in palio la metà dei 242 seggi della Camera alta, che può bloccare le leggi. Per mantenere la maggioranza la coalizione di governo deve ottenere 64 seggi, ma recenti sondaggi, come quella telefonica dello Yomiuri Shimbun del 16 luglio, mostrano che potrebbe vincerne non più di 53. Ma circa il 40% degli intervistati si dichiara ancora indeciso e questi voti saranno con probabilità decisivi.
Esperti osservano che anche se l’elezione non riguarda la più importante Camera bassa (dove il Pld ha la maggioranza dei due terzi), che sceglie il primo ministro, c’è il rischio che una sonora sconfitta comprometta il sostegno dei partiti minori della coalizione, causando una paralisi dell’attività del governo e ponendo sotto pressione Abe perché si dimetta. Una grave sconfitta del governo potrebbe causare un terremoto valutario per lo yen, che questa settimana ha già toccato un minimo storico verso l’euro dopo che sei diversi sondaggi hanno previsto la sconfitta del Pld. (PB)