I siriani fuggono a migliaia in Turchia. Temono un massacro a Jisr al-Shughour
Ankara (AsiaNews/Agenzie) – Sono già oltre duemila e quattrocento i profughi siriani in Turchia, in fuga da Jirs al-Shughour, una cittadina al confine nord-occidentale del Paese, dove nei giorni scorsi sono morti oltre 120 uomini della sicurezza. La Tv di Stato siriana ha annunciato oggi che l’esercito si sta posizionando per “riportare la sicurezza” nella città. L’annuncio ha intensificato il flusso di espatri. Il Commissario per i rifugiati dell’Onu ha dichiarato che più di mille persone hanno attraversato il confine nelle ultime 24 ore. La maggior parte di loro ha trovato accoglienza nella tendopoli di Yayladagi, una città a 10 km dal confine.
Il Primo ministro Recep Tayyp Erdogan ha detto l’8 giugno che la Turchia “non chiuderà le sue porte” davanti ai fuggitivi, e ha esortato il presidente Assad a “cambiare la sua attitudine verso i civili”. Nel campo di Yayladagi squadre di soccorso danno assistenza ai fuggitivi. Ambulanze hanno portato i feriti nell’ospedale di Antakya. Oltre trenta persone sono state ricoverate e curate per ferite di arma da fuoco.
A Jirs al-Shughour è stato detto che 120 membri delle forze della sicurezza hanno perso la vita qualche giorno fa. Non è possibile sapere che cosa sia realmente accaduto. Il governo ha parlato di imboscate e attacchi, mentre altri hanno ipotizzato che vi sia stato un ammutinamento. Le forze di sicurezza si sarebbero rifiutate di aprire il fuoco sui civili, e l’esercito avrebbe aperto il fuoco su di loro. Da quando sono scoppiate le manifestazioni in opposizione al regime di Assad, la Siria non consente l’accesso al Paese ai giornalisti, e di conseguenza è impossibile una verifica indipendente delle notizie.
A Yayladagi la polizia turca pattuglia il confine, e impedisce ai giornalisti di entrare nel campo. I funzionari della Mezzaluna rossa e dell’amministrazione si stanno preparando a un “flusso massiccio” di arrivi nei prossimi giorni. Yayladagi può accogliere fino a 5mila persone, e si sta considerando l’ipotesi di aprire un secondo campo. Video amatoriali mostrano decine di persone accampate in Siria, vicino al confine, e pronte ad attraversarlo in caso di necessità. Il Libano ha già ricevuto più di cinquemila profughi, anche se l’Onu ha dichiarato che si tratta in parte di una “popolazione fluida”, e alcuni di loro sono già tornati a casa.