I poveri vietnamiti vendono i reni ai ricchi cinesi
Ho Chi Minh City (AsiaNews/Agenzie) – Nel Vietnam comunista, i poveri e disperati vanno in Cina per vendere un rene. E qualche venditore, come To Cong Luan, si ritrova in pericolo di vita.
Il quotidiano statale Viet Nam News racconta che Luan, 22 anni e studente della Scuola superiore tecnico-industriale nella Capitale, regolarmente vende sangue al locale Centro ematologico. Ma la sua ragazza è incinta e i soldi non bastano. Così, quando sente che in Cina si può vendere un rene per 70 milioni di dong (circa 4.375 dollari), a dicembre passa il confine col Guangdong. Torna in Vietnam solo due mesi dopo, in stato vegetativo. Ricoverato all’Ospedale Cho Ray di Ho Chi Minh City, i medici osservano che le parecchie incisioni sull’addome dimostrano che il trapianto è stato fatto in modo incompetente. Poiché non possono fare nulla, la famiglia l’ha riportato a casa (nella foto), forse a morire.
Ma la vendita di reni è comune: Nguyen Thi Thuy, altra venditrice abituale di sangue e proprietaria di un piccolo negozio di caffè, racconta che Luan è andato in Cina con altre 4 persone: 3 sono tornate subito dopo l’asportazione del rene e “sono in buona salute e hanno una grande somma di denaro come ricompensa”, mentre, oltre a Luan, non è pure tornata una donna.
Secondo il ministero vietnamita della Sanità, nel Paese ci sono tra i 5 e i 6mila pazienti in attesa di un trapianto di rene e nel 2007 se ne sono potuti fare solo 158. La vendita di organi è reato. Ma se il venditore va nella vicina Cina, è poi davvero arduo applicare la legge vietnamita al compratore e ai chirurgi.
09/01/2023 13:49