I palestinesi sostengono la tregua, ma non credono alla pace con Israele
Un sondaggio evidenzia come la maggioranza dei palestinesi sia a favore sia del cessate-il-fuoco che dei negoziati con Israele, ma dubiti dei risultati di Annapolis. No ai kamikaze e sì invece a elezioni politiche e presidenziali.
Gerusalemme (AsiaNews) – I palestinesi, sono in stragrande maggioranza a favore della tregua con Israele, ma non credono che il processo di Annapolis porterà risultati, sono per lo più contrari agli attentati suicidi, non vogliono lo schieramento di forze multinazionali a Gaza, vorrebbero elezioni per eleggere un nuovo capo dell’Autorità palestinese - ed in tal caso il più votato sarebbe Marwan Al-Barghouti – e giudicano Fatah e Hamas corresponsabili dell’attuale divisione tra Gaza e Cisgiordania, anche se la causa maggiore è vista negli islamisti.
Sono i dati più significativi che emergono dal più recente sondaggio, inviato ad AsiaNews, compiuto dal Palestinian Center for Public Opinion (PCPO), un ente indipendente che dal 1994 studia l'opinione pubblica palestinese, diretto da Nabil Kukali, cristiano, che è anche professore alla Hebron University, in Cisgiordania.
Sulla tregua con Israele, l’83.0 % si esprime favorevolmente (il 42.9 % “molto” ed il 40.1 %, “abbastanza”) . Alla stessa domanda, a marzo si era espresso a favore della tregua il 73% degli intervistati. Ugualmente cresciuta, rispetto a tre mesi fa, la percentuale di coloro che non ritiene gli attentati suicidi utili agli interessi dei palestinesi. Erano il 49,1%, ora sono il 53,8%. Ad una più specifica domanda sugli attentati suicidi all’interno di Israele, a marzo il 49,4% riteneva che andassero fermati, ora è della stessa opinione il 56%. Cresciuto anche, però, il numero di coloro che vorrebbe continuassero. Era il 40,2% , è il 41,4%. Diminuiti gli indecisi, scesi dal 10% al 2,6%.
Nettamente a favore (74,1%) anche le risposte sui negoziati di pace con Israele, (un 24,5 “molto” e un 49,6 “abbastanza”), anche se le attese di successo del processo di Annapolisi sono molto basse: solo il 3,9% ritiene che “certamente” porterà frutti ed un altro 27,6 % pensa che “forse” avrà successo. Di parere opposto, a vari livelli di convinzione, il 67% degli intervistati.
Decisamente contrari (60,1%) al dispiegamento di una forza internazionale a Gaza, i palestinesi ritengono che la responsabilità dell’attuale divisione tra Gaza e Cisgiordania vada attribuita sia a Fatah che ad Hamas (41,6%), il 32,9% ne incolpa solo Hamas ed il 15,5% solo Fatah. E le elezioni politiche appaiono utili alla stragrande maggioranza (75,5%) degli intervistati. Che sono favorevoli anche ad elezioni presidenziali (69,1%). In tal caso, l’attuale premier di Hamas, Ismael Haniyyeh, uscirebbe sconfitto sia dall’attuale presidente Mahmoud Abbas – l’azione del quale pure scontenta il 54,3% dei palestinesi – che da Marwan Barghouthi, l’esponente di Fatah imprigionato in Israele. Che continua ad ottenere i consensi più alti (42,8%) degli intervistati.
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