I palestinesi sono "scontenti" per le loro "cattive" condizioni economiche
Un sondaggio evidenzia che oltre un terzo della popolazione dei Territori pensa di andarsene per trovare lavoro. La maggioranza voterebbe ancora per Hamas, ma meno del 3% spinge per il jihad.
Gerusalemme (AsiaNews) Sono "cattive" per la larga maggioranza dei palestinesi (57,7%) le attuali condizioni economiche degli abitanti dei Territori, che per lo più (58,8%) sono "scontenti" della qualità della loro vita, tanto che circa un terzo (33,9%) della popolazione ha pensato o sta pensando di andarsene per trovare lavoro, largamente convinta (61,7%) che il governo non è in grado di fornire opportunità di occupazione e ancora più (85,3%) che il suo benessere dipende in varia misura dagli aiuti di Europa e Stati Uniti. Nel giorno in cui il Quartetto (Onu, Stati Uniti, Ue e Russia) ha accettato il progetto dell'Europa di un meccanismo temporaneo di aiuto ai palestinesi, senza passare per il governo di Hamas, sono questi alcuni dei risultati, resi noti oggi e inviati ad AsiaNews, di un'indagine sulle condizioni economiche e politiche dei palestinesi, condotta dal Palestinian Center for Public Opinion (PCPO), un centro indipendente che dal 1994 studia l'opinione pubblica palestinese, diretto da Nabil Kukali, cristiano, che è anche professore alla Hebron University, in Cisgiordania.
Pur convinti che l'attuale governo non ha messo in opera (53,6%, contro il 40,7%) un programma economico per fronteggiare la crisi, i palestinesi, se oggi si tornasse a votare, continuerebbero comunque a preferire Hamas (38,3%) su Fatah (31,9%). Un altro 11,9% darebbe la preferenza a gruppi di sinistra e nazionali ed un 2,4% alla Islamic Jihad. Quest'ultimo dato sembra confermare lo scarso seguito della scelta armata e trova riscontro nel 2,6% che consiglierebbe al primo ministro Haniyeh di continuare nel jihad.
Il giudizio negativo che la maggioranza dei palestinesi dà della situazione economica dei Territori (accanto al 57,7% che la valuta "cattiva", c'è un 34,4% che la definisce "mediocre" e solo il 7,4% che la ritiene "buona"), trova conferma in quello sulle proprie condizioni economiche. Il 58% degli intervistati le giudica "cattive", il 36,2% "mediocri" ed un 5,8% "buone".
Il 20,5%, peraltro, è "veramente scontento" della qualità della vita sua e della sua famiglia e un altro 38,8% è "scontento", portando ad oltre il 59% le valutazioni negative. C'è poi un 25,2% che definisce "così così" la qualità della sua vita. Solo il 12,6% è "contento" ed il 3% "molto contento".
Per giunta la maggior parte (49,5% contro 47,1%) degli interrogati non crede che l'attuale governo sia qualificato per migliorare la qualità della vita e ad una domanda su cosa consiglierebbe al primo ministro, il maggior numero di persone (25%) ha indicato "un programma economico per il miglioramento delle condizioni di vita",
A preoccupare i cittadini è soprattutto il lavoro (32,6%), seguito dalla "sicurezza" (30,5%), la salute (19,7%) e "il futuro" (17,2%).