I musulmani nepalesi vogliono che la costituzione riconosca la legge coranica
di Kalpit Parajuli
La Nepal Muslim Sangh chiede il riconoscimento di una identità separata alla comunità islamica del Paese. Al governo e ai partiti politici ricorda che i musulmani non possono essere considerati come “banche di voti” e reclama programmi concreti a favore dei fedeli islamici.
Kathmandu (AsiaNews) - Nella nuova costituzione del Nepal ci deve essere un posto di riguardo per l’islam. È questa, in sintesi, la richiesta che la Nepal Muslim Sangh, federazione delle comunità musulmane del Paese, fa al governo di Kathmandu. Si tratta di una raccomandazione in sei punti presentata sabato 21 in occasione dell’incontro con membri dell’Assemblea costituente e rappresentanti dei partiti politici.
La Sangh chiede al governo maoista di riconoscere una identità separata alla comunità musulmana attraverso l’istituzione di una commissione per gli affari islamici, un board dedicato alle madrasse, un comitato per l’Hajj, l’annuale pellegrinaggio alla Mecca, e di contemplare nella nuova costituzione la legge coranica per i fedeli musulmani.
Abdul Sattar, presidente della Sangh, afferma che i musulmani non possono essere considerati come “banche di voti” e che né il governo né i partiti possono continuare ad ignorare le richieste delle comunità islamiche per cui, sino ad oggi, “non sono stati promossi programmi concreti”.
I musulmani in Nepal sono poco più di 800mila e rappresentano il 3,5% della popolazione. Dopo i buddisti, sono la minoranza religiosa più significativa all’interno di una popolazione di oltre 26milioni di abitanti, per la maggior parte induisti. Il governo di Kathmandu li ha inseriti nella categoria dei Madeshi, i nativi del sud del Paese, insieme alle comunità indigene della regione del Tarai.
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