I musulmani in Indonesia non vogliono la sharia
di Mathias Hariyadi
Il leader della più grande organizzazione musulmana del Paese, il Nahdlatul Ulama, si scaglia contro la compagna di islamizzazione promossa da gruppi radicali. Non si spegne la polemica dopo le dichiarazioni del leader islamico Bashir: “Senza sharia, Indonesia, nelle mani di paesi stranieri”. La preoccupazione dei cattolici.
Jakarta (AsiaNews) – Un’altra voce si aggiunge al coro di studiosi musulmani, leader politici e membri delle comunità di minoranze che si oppongono alla progetto di gruppi radicali per l’introduzione della legge islamica in Indonesia. Questa volta si tratta di Kia Haj Hasyim Muzadi, presidente del Nahdlatul Ulama (NU), la più grande organizzazione musulmana del Paese.
Il leader, noto attivista per il dialogo interreligioso, ha definito l’applicazione della sharia come una “violazione dei principi costituzionali e del Pancasila” [i cinque principi guida del Paese, presenti nel preambolo della Costituzione ndr]. Ha poi promesso che il NU rimarrà “fedele ai valori dei padri fondatori e della Costituzione”.
In Indonesia è acceso il dibattito sulla legge islamica e l’istituzione del califfato dopo le dichiarazioni del leader estremista, Abu Bakar Bashir. Ad una conferenza promossa dal gruppo fondamentalista Hizbut Tahrir Indonesia, egli ha detto che “è un grande sbaglio non applicare la legge islamica”. “Il governo indonesiano – ha proseguito – sembra non capire molto di islam”. Secondo Bashir - considerato da molti il capo spirituale del gruppo terrorista Jemaah Islamiya – “finché non verrà introdotta la sharia, l’Indonesia sarà manipolata dai paesi stranieri”.
Le dichiarazioni di Bashir hanno suscitato la riprovazione e la condanna del vice presiedente Jusuf Kalla e di alcuni ministri come quello degli Interni, Mardiyanto, e quello per le Imprese, Suryadharma Ali.
Alcune province in Indonesia hanno già adottato, solo per i musulmani, alcuni leggi ispirate alla sharia. Ma la tendenza è in aumento e le minoranze si dicono preoccupate. P. Benny Susetyo Pr, della Commissione interreligiosa della Conferenza episcopale indonesiana, ha chiesto la “cancellazione” di queste norme e invita il governo a “promuovere in modo rigido la Costituzione del 1945 e il Pancasila”.
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