I monaci disertano la propaganda cinese, cacciato il religioso "responsabile"
Nel monastero Amdo Jaqung (Qinghai) i circa 400 monaci non partecipano alla sessione di indottrinamento patriottico. L’ufficio propaganda espelle il monaco responsabile per la disciplina.
Dharamsala (AsiaNews) – Fallisce la campagna di “rieducazione patriottica” dei monaci del monastero di Amdo Jaqung nella contea Bayen (prefettura di Tsoshar nel Qinghai). Per reazione, le autorità cinesi cacciano Lobsang Tsultrim, responsabile per la disciplina del monastero.
Il 27 giugno funzionari dell’Ufficio affari religiosi di Bayen (in cinese: Hualong) e della polizia sono arrivati al monastero Amdo Jaqung per una sessione di “Educazione legale”, come ora è chiamata la ex “Educazione patriottica”, vere sedute di indottrinamento per convincere i monaci ad essere fedeli a Pechino piuttosto che al Dalai Lama.
I funzionari hanno ordinato a Lobsang di riunire tutti i circa 400 monaci per la sessione di indottrinamento. Li ha chiamati, ma non è venuto nessuno.
Allora i funzionari hanno rimproverato Lobsang, quale responsabile della disciplina, per non avere saputo educare bene i monaci, lo hanno espulso e gli hanno proibito di andare in qualsiasi altro monastero.
Il Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia, che denuncia questo abuso, osserva che la campagna di “Educazione patriottica” è stata lanciata dall’aprile 1996, per chiedere ai monaci di denunciare il Dalai Lama e opporsi alle forze separatiste. Dice che di fatto è un’ulteriore forma di persecuzione religiosa: è stata spesso usata per individuare gli elementi che si oppongono alle autorità cinesi e ha causato numerosi arresti o espulsioni di monaci e la chiusura di monasteri. Dopo le proteste del marzo 2008, la campagna ha avuto rinnovato impulso, specie presso i monasteri, ma anche per funzionari pubblici, forze di sicurezza, personale dell’istruzione e per molti altri soggetti.
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