26/04/2008, 00.00
CINA - TIBET - GIAPPONE
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I leader mondiali plaudono l’annuncio di colloqui tra Cina e il Dalai Lama

Commenti mondiali favorevoli per l’annuncio di ieri. Ma anche attesa di futuri risultati. Intanto la torcia passa “indenne” per il Giapone.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – I leader mondiali applaudono la decisione di Pechino di incontrare rappresentanti del Dalai Lama. Intanto la torcia passa “indenne” per il Giappone.

Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha definito “un passo importante” e fonte di “qualche vera speranza” l’annuncio di ieri, fatto dalla statale Xinhua, che una delegazione ufficiale “nei prossimi giorni incontrerà e parlerà con una rappresentanza privata del Dalai Lama”. Anche se la fonte ha precisato che si attendono dal Dalai Lama “azioni credibili per fermare le attività che vogliono denigrare la Cina, complottano e incitano alla violenza, sabotano le Olimpiadi, così da creare le condizioni per un dialogo”.

Dana Perino, portavoce della Casa Bianca, ha espresso la “speranza che questo segni un cambiamento nei rapporti”. Il ministro giapponese degli Esteri Masahiro Komura parla di “un primo passo cruciale” ed esprime grande fiducia.

Favorevoli anche Gran Bretagna e Germania, mentre Tenzin Takhla, portavoce del leader spirituale tibetano, sottolinea come “solo incontri faccia a faccia possono portare a risolvere la questione tibetana”. Secondo fonti di Pechino, le due parti avrebbero già avuto contatti non ufficiali da due settimane.

Più cauto Jose Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, in visita a Pechino, che, dopo avere incontrato il presidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao, si dice “felice”, ma ammonisce “non ci si può attendere un’apertura immediata, ma dobbiamo incoraggiare questo dialogo, che è già un miglioramento”. Tutti sottolineano come finora Pechino abbia qualificato il Dalai Lama come “terrorista”, rifiutando qualsiasi apertura.

Peraltro non manca chi osservi che occorrerà verificare gli effettivi risultati, anche considerato che è persino in corso -nei monasteri buddisti di Tibet, Qinghai, Gansu e Sichuan- una campagna statale per “educare, riabilitare e salvare quanti più possibile dei molti monaci buddisti che sono stati traviati dai complotti separatisti della cricca del Dalai Lama”, come sostiene Dai Ma, presidente del Comitato provinciale di Qinghai della Conferenza consultiva politica del popolo.

Intanto Xinhua annuncia che Lhasa, capitale del Tibet, ha riaperto ai turisti cinesi, ma rimane chiusa ai giornalisti esteri, eccetto quelli “scortati” da funzionari pubblici.

Oggi la torcia è passata “indenne” dal Giappone, dove ci sono state manifestazioni di protesta, compreso un lancio di uova contro la fiamma, ma gli oltre 3mila poliziotti schierati le hanno subito fermate. La torcia è partita a Nagano da un’area di parcheggio, strettamente sorvegliata e chiusa al pubblico, dopo che il tempio buddista di Zenkoji non l’ha voluta ospitare per la repressione contro i monaci buddisti del Tibet.

 

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