I leader dei Paesi emergenti per una valuta alternativa al dollaro
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Si riuniscono la settimana prossima a Yekaterinburg (Russia) i leader di Brasile, Russia, India e Cina (Bric), per discutere di crisi globale e di sviluppo ma anche per cercare una valuta di riferimento alternativa al dollaro Usa. Il presidente Hu Jintao rappresenterà la Cina in un incontro che il governo cinese, in genere molto cauto, ha già definito “davvero importante”.
He Yafei, vice ministro cinese degli Esteri, ha spiegato che questi 4 Stati “condividono opinioni molto simili su varie questioni internazionali” e ha sottolineato quanto rinforzare lo scambio di informazioni e la cooperazione “sia utile per lo sviluppo dei mercati emergenti e aumenti la complessiva voce e influenza dei Paesi in via di sviluppo”.
Si prevede che parleranno di sicurezza alimentare ed energetica, dei cambiamenti climatici e degli aiuti per lo sviluppo, ma argomento centrale sarà l’attuale crisi finanziaria.
Si discuterà anche della valuta mondiale di riferimento. He ha precisato che “la moneta per le riserva valutarie deve essere relativamente stabile”, caratteristica propria dello yuan per il quale Pechino impedisce fluttuazioni incontrollate. Dal dicembre 2008 la Cina ha stipulato accordi per pagamenti in yuan con almeno 5 Stati per un valore di 650 miliardi di yuan” (circa 65 milioni di euro).
Esperti ritengono che i Paesi del Bric vogliono coordinare le loro posizioni per avere un maggior peso nel prossimo incontro dei G 20, a settembre negli Stati Uniti. Ma ognuno di loro vuole promuovere la propria valuta, per cui non è probabile che siano tutti d’accordo di prendere lo yuan come valuta di riferimento.
I 4 Stati rappresentano il 42% della popolazione mondiale e, secondo il Fondo monetario internazionale, negli ultimi 2 anni hanno realizzato il 10,7% del Prodotto interno lordo mondiale e, soprattutto, circa un terzo della crescita economica mondiale dal 2006 al 2008.
Dopo il summit avrà luogo, sempre in Russia, l’incontro degli Stati della Shanghai Cooperation Organization, che comprende Russia, Cina e 4 Stati dell’Asia centrale.