26/04/2025, 16.17
VATICANO
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I grandi e gli umili del mondo al funerale di Francesco

La celebrazione presieduta dal card. Re sul sagrato della basilica: "Adesso chiediamo a te di pregare per noi'. La scena politica dominata dal colloquio tra Trump e Zelenskyy all'interno di San Pietro, ma molte e significative anche le presenze di capi di Stato e di governo dall'Asia e dal Medio Oriente. Dai vescovi della Cina continentale un messaggio di cordoglio che l'agenzia Xinhua ha reso noto senza citare il testo.

Città del Vaticano (AsiaNews) – I grandi della Terra sul sagrato di San Pietro. I poveri ad aspettarlo per l’ultimo saluto davanti a Santa Maria Maggiore. Tra due ali di folla immensa Roma e il mondo hanno dato questa mattina l’ultimo saluto a papa Francesco, durante i funerali presieduti dal cardinale decano del Sacro colleggio - il 91enne Giovanni Battista Re - e il lungo corteo che al termine del rito ha portato le spoglie del pontefice dal Vaticano alla basilica mariana dove lui stesso aveva dato indicazione di voler essere sepolto. Da questo pomeriggio il papa riposa in una tomba che riporta semplicemente la scritta Franciscus, a pochi passi da quell’icona di Maria Salus Populi Romani davanti alla quale tante volte ha sostato in preghiera durante questi dodici anni di pontificato.

La celebrazione dei funerali di Francesco è stata come segnata da due piani distinti: da una parte quello della liturgia - solenne, ma semplice – contraddistinta sulla parte sinistra del sagrato dalle vesti dei cardinali, vescovi, patriarchi delle Chiese orientali e rappresentanti delle altre confessioni cristiane, giunti a Roma per questo momento di universalità della Chiesa. Dall’altra, la dimensione politica del momento, con le rappresentanze di oltre 160 Paesi del mondo e il segretario generale dell’Onu Antonio Gutierres, schierati sulla parte destra rispetto all’altare per rendere omaggio al pontefice defunto. A dominare questa parte della scena sono stati il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e quello dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyy, che – a sorpresa, dopo le tensioni delle ultime settimane – prima della celebrazione si sono incontrati per un inedito faccia a faccia all’interno della basilica di San Pietro, che in molti hanno interpretato come un segno di speranza per quella pace in Ucraina che Francesco ha tante volte invocato.

Molti, però, erano anche i volti di rilievo asiatici tra i regnanti e i capi di Stato e di governo presenti a queste esequie. Tra i presidenti c’erano quella dell’India Shrimati Droupadi Murmu, il filippino Marcos Jr. e quello di Timor Est, José Ramos Horta. La delegazione indonesiana era guidata dall’ex presidente Joko Widodo, il Bangladesh dal consigliere facente funzioni di primo ministro Muhammad Yunus, il Giappone dal ministro degli Esteri Takeshi Iwaya, la Corea del Sud dal ministro della Cultura You In Chon.

Per il mondo cinese - come annunciato - la delegazione di Taiwan era guidata dall’ex vice-presidente Chen Chin-Jen. Nessuna rappresentanza, invece, dalla Repubblica popolare cinese. E anche dal Consiglio dei vescovi cinesi (l’organismo collegiale delle diocesi della Cina continentale, ormai tutte pienamente in comunione con Roma dopo l’accordo del 2018 ndr) si sa solo essere arrivato in Vaticano un messaggio di condoglianze, di cui l’agenzia ufficiale di Pechino Xinhua ha dato telegraficamente notizia, ma senza diffondere alcun dettaglio sui contenuti del testo. Durante i funerali, dunque, l’unico vero segno visibile dell’attenzione inedita mostrata da papa Francesco al mondo cinese è stata una delle preghiere dei fedeli letta in mandarino. Un fatto che anche il Global Times - il quotidiano in lingua inglese che interpreta fedelmente gli umori di Pechino - non ha mancato di sottolineare nella sua cronaca.

Molto significativa per livello, invece, è stata la delegazione del Vietnam che pure non ha ancora relazioni diplomatiche piene con la Santa Sede: in rappresentanza di Hanoi ai funerali di Francesco hanno partecipato l’ambasciatore Duong Hai Hung e il primo segretario Nguyen Dang Hai Hung. Un altro segno eloquente dei passi avanti che durante il pontificato di Bergoglio hanno portato allo storico risultato della presenza nella capitale vietnamita di un “rappresentante permanente” del Vaticano.

Quanto, infine, al Medio Oriente per le esequie del papa in Vaticano sono arrivati tra gli altri il principe Mohamed bin Zayed - leader politico degli Emirati Arabi Uniti, dove ad Abu Dhabi nel 2019 Francesco firmò la Dichiarazione sulla fratellanza - il re di Giordania Abdallah II, il presidente del Libano Joseph Aoun. La Palestina era rappresentata dal premier Mohamed Mustafa, Israele dall’ambasciatore presso la Santa Sede Yaron Sideman, l’Iran dal ministro della Cultura Seyed Abbas Saleh Shariati.

Nell’omelia della celebrazione il card. Re si è ricollegato alla presenza di papa Francesco sulla stessa piazza appena sei giorni fa. “Ha seguito le orme del suo Signore, il buon Pastore, che ha amato le sue pecore fino a dare per loro la sua stessa vita – ha commentato -. E lo ha fatto con forza e serenità, vicino al suo gregge, la Chiesa di Dio, memore della frase di Gesù citata dall’Apostolo Paolo: ‘C’è più gioia nel dare che nel ricevere’ (Atti, 20,35)”.

Tra i 47 viaggi apostolici di papa Francesco, il card. Re ha citato in particolare quello in Iraq nel 2021 “compiuto sfidando ogni rischio” per essere “un balsamo sulle ferite aperte della popolazione irachena, che tanto aveva sofferto per l’opera disumana dell’Isis”. Con la visita apostolica del 2024 a quattro Nazioni dell’Asia-Oceania, Francesco ha invece raggiunto “la periferia più periferica del mondo”.

“Papa Francesco soleva concludere i suoi discorsi ed i suoi incontri dicendo: ‘Non dimenticatevi di pregare per me’ - ha ricordato infine il cardinale decano del Sacro collegio -. Caro Papa Francesco, ora chiediamo a Te di pregare per noi e che dal cielo Tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l’umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza”.

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