11/03/2008, 00.00
IRAN
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I giovani iraniani non votano: “tanto non cambia niente”

Aumenta il numero di ragazzi e ragazze iraniani che si rifiutano di andare alle urne il prossimo 14 marzo. Nutrono disillusione verso la politica e verso un sistema che non lascia possibilità di scelta.

Tehran (AsiaNews/Agenzie) – I giovani iraniani  non andranno a votare. Sono sempre di più quelli che si dichiarano disillusi, traditi da un sistema interessato a perpetuare se stesso a qualsiasi costo.

Alle prossime elezioni del 14 marzo, peraltro, la corsa dei riformisti è stata ostacolata in ogni modo dai vari comitati addetti alla selezione dei candidati, ed è difficile prevedere stravolgimenti nell’assetto politico. L’opposizione non ha spazio, e non ne avrà nemmeno in Parlamento.

“Ma quali elezioni?” risponde con sarcasmo una giovane studentessa che aggiunge: “I candidati migliori sono stati rifiutati. Tanto non cambierà niente”. Gli fa eco un coetaneo che dice: “Andremo a votare solo se le autorità religiose ci obbligheranno a farlo”.

Sono ragazzi e ragazze di vent’anni, la maggior parte di loro ha studiato in occidente e sono figli di famiglie benestanti. Sono rappresentativi di quella parte del Paese che ha respirato democrazia e diritti sia nell’ambiente domestico che all’estero, e sono difficilmente impressionabili dalle manipolazioni che l’establishment fa della religione, che invece è spesso usata per manovrare le scelte di quei credenti timorosi di Dio, talvolta vulnerabili e superstiziosi.  

Gholam Abbas Tavassoli, professore di sociologia all’Università di Tehran e membro del Movimento libero iraniano, in un’intervista esclusiva riportata dall’agenzia stampa online Rooz ha detto che in Iran le elezioni stanno diventando “un evento cerimoniale”  che ha poco a che fare con vere e proprie votazioni. “Un’eventuale uniformità nel parlamento iraniano - ha detto Tavassoli - significa che non ci saranno voci dell’opposizione, quindi nessuno che potrà sorvegliare l’operato del governo e denunciarne la corruzione. La base della democrazia consiste nella presenza e nel riconoscimento politico della minoranza, che nutre opinioni diverse da quelle della maggioranza. Se le cose vanno avanti così, le elezioni saranno soltanto un evento cerimoniale in quanto gli elettori andranno alle urne quando richiesto, senza però che il loro voto abbia un vero impatto sulle relazioni di potere”.

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