28/02/2004, 00.00
corea del nord
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I cristiani nell'oscuro regno di Kim Jong Il

Roma (AsiaNews) – Ai colloqui di Pechino sono state ignorate le richieste di molti esiliati dalla Nord-Corea: mettere in luce le gravi violazioni ai diritti umani e alla libertà religiosa.

La situazione dei cristiani in Corea del Nord è emblematica. Le notizie che riescono a trapelare parlano di brutali persecuzioni e di stretto controllo del governo. Le fonti di tali notizie sono quelle di cristiani e dissidenti politici fuggiti all'estero, di turisti, funzionari, giornalisti stranieri, delegazioni cristiane, la cui mobilità è molto limitata e si restringe prevalenza alla capitale Pyongyang e alle immediate vicinanze. 

Secondo la testimonianza di un rifugiato nord-coreano riportata da Forum 18, nel 2000 alcuni cristiani anziani di una cittadina al confine con la Cina sono stati uccisi per essersi rifiutati di abiurare alla fede. Ex funzionari nord-coreani e prigionieri, come Soon-Ok Lee, hanno affermato che i cristiani nei campi di rieducazione o in carcere sono trattati peggio degli altri detenuti.

A causa del regime di terrore, persone vicine hanno scoperto solo dopo decenni di avere la stessa fede. Human Right Without Frontiers afferma che, per scampare alla repressione della polizia i cristiani si riuniscono clandestinamente in piccoli gruppi di 10 persone, spesso della stessa famiglia.

Negli ultimi anni Pyongyang si è preoccupata dell' "inquinamento spirituale" dei nordcoreani e cerca di perseguitarli anche all'estero, fra i fuggitivi in Cina, dove vi sono 100-300 mila rifugiati. Pyongyang ha ottenuto l'appoggio di Pechino per scovarli e rimpatriarli con la forza.

Un attivista giapponese dei diritti umani ha rivelato che il governo nord-coreano ha costruito in Cina una chiesa falsa a Yanji, provincia di Jilin,  a 20 km dal confine. La polizia cinese ha arrestato molti rifugiati nord-coreani che si recavano nella chiesa e li ha fatti rimpatriare in Corea del Nord. In lunghi interrogatori, le autorità chiedono ai rifugiati rimpatriati che tipo di contatti hanno avuto con i missionari sud-coreani in Cina, se leggevano la Bibbia e andavano in Chiesa. Quelli che rispondono in maniera affermativa vengono messi in prigione e condannati a morte. A quanto pare, il pastore protestante che serve nella chiesa, è ricattato da Pyongyang, che tiene in ostaggio la sua famiglia.

All'interno del paese la situazione non è migliore. Nella capitale nord-coreana vi sono due chiese protestanti, una chiesa cattolica priva di sacerdote e una nuova chiesa ortodossa. Molti stranieri che hanno partecipato alle funzioni religiose non ritengono proprio che celebrazioni e fedeli siano dei "falsi", delle sceneggiate del governo, ma tutti hanno notato che le omelie contenevano riferimenti politici. Alcuni sostengono che nelle chiese si fa propaganda al regime e che esse non sono usate in modo costante.

Sul numero dei fedeli e sui luoghi di culto non si hanno precise statistiche. Nel luglio 2002, su richiesta del Comitato ONU  per i Diritti Umani, il governo nord-coreano ha dato informazioni molto sommarie ed evasive sulla situazione dei cristiani nel paese. Per quanto riguarda i cattolici, le autorità hanno dichiarato che vi erano 800 fedeli, 2 "centri di culto pubblico" e un santuario. Per i protestanti, le autorità dichiarano che vi sono circa 12 mila credenti, 2 chiese, "500 centri di culto per le famiglie" e 20 pastori. Nel gennaio 2004, un esponente del Cornerstone Ministries, movimento della chiesa battista, ha detto alla Commissione americana sulla libertà religiosa che i protestanti nord-coreani sono 100 mila. Un missionario straniero che ha avuto contatti con il governo nord-coreano ha detto che ci sono più di 500 chiese "sotterranee" nel paese. Nel settembre 2003, le autorità nord-coreane hanno detto a due parlamentari inglesi in visita ufficiale che le chiese protestanti erano 200.

Secondo alcune stime, su una popolazione di 24 milioni di persone, i cristiani sono circa 100 mila, di cui 12 mila i protestanti e 4 mila i cattolici. Si calcola che da quando si è instaurato il regime comunista nel 1953, sono scomparsi circa 300 mila cristiani e non ci sono più sacerdoti e suore, forse uccisi durante le persecuzioni. (MR)

 

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