I conservatori vincono le elezioni e lanciano Park Geun-hye alla presidenza
Seoul (AsiaNews) - Le elezioni generali che si sono svolte in Corea del Sud hanno confermato a sorpresa il vantaggio del Partito Saenuri (al momento al governo) e hanno lanciato la candidatura della cattolica Park Geun-hye alle presidenziali del prossimo dicembre. Dopo due giorni di conteggi - in molti distretti lo scarto fra maggioranza e opposizione non ha superato il 2% - il Saenuri si è affermato con 152 seggi sui 300 totali dell'Assemblea nazionale. Al Partito democratico vanno 127 seggi, mentre il Partito progressista ne ha ottenuti 13.
I risultati delle parlamentari sono un buon test per le presidenziali e rappresentano da sempre una sorta di verdetto sull'operato del governo. Lee Myung-bak, attuale leader conservatore, non è intervenuto in maniera diretta e ha lasciato la strada libera alla Park, che aveva fissato in 120 seggi il "limite minimo da raggiungere". Anche se sul filo del rasoio, l'esito ha superato le aspettative e ha riaperto la corsa alla presidenza, che molti analisti davano già conclusa a favore dei democratici.
Una fonte di AsiaNews conferma l'intenzione di candidarsi della Park: "È cattolica, conosce molto bene il Paese ed è stata 'first lady' per molto tempo, anche se nel ruolo di figlia e non di moglie di un presidente. Ha un rapporto solido con i fedeli, ma dialoga con tutti: ha lasciato la corsa nel 2008 per motivi personali, non politici".
Figlia di Park Chung-hee, dittatore coreano dal 1963 al 1979, Geun-hye ha un tasso di gradimento popolare pari al 34,9 %. Ingegnere elettronico, frequenta la "Casa Blu" sin dalla nascita: quando la madre viene assassinata per conto della Corea del Nord, nel 1974, ha preso il posto di first lady accanto al padre fino all'assassinio del padre, avvenuto nel 1979. L'assassino del padre, membro del suo staff, venne riconosciuto eroe nazionale.
La Park ha vissuto un dramma interiore molto lungo. Secondo la fonte di AsiaNews "ha conosciuto la realtà sui crimini commessi dal padre soltanto in tarda età, ma non ha esitato a condannarli. Di nascita buddista, ha conosciuto la Chiesa e vi ha trovato rifugio: ma non per questo è divenuta una bigotta o ha messo la testa nella sabbia. Sa di portare un cognome pesante, ma vuole sinceramente il bene del suo Paese".