I computer di Taiwan migrano verso il mercato indiano
Secondo esperti e operatori del settore informatico, il basso costo di mano d'opera e terra e la rapida crescita del consumo interno possono invogliare le ditte a maggiori investimenti in India, anche diminuendoli in altri Paesi e in Cina.
Taipei (AsiaNews/agenzie) Le società taiwanesi di hardware sono sempre più interessate a portare la produzione nel mercato indiano. Negli ultimi mesi delegazioni di molte ditte elettroniche di Taiwan sono state in India per valutare le possibilità.
Wu Tao-yuan, presidente della Associazione delle industrie taiwanesi per i semiconduttori, vi è stato in estate per "prendere informazioni sulle norme e le infrastrutture indiane". Osserva che "ci sono grandi possibilità di appaltare numerose attività in India" e che "la rapida crescita del mercato indiano costituisce una buona opportunità" di intervento.
Le imprese di Taiwan vogliono diminuire la loro dipendenza dagli impianti cinesi, dove si stima abbiano finora investito circa 200 miliardi di dollari Usa. Oltre il 6% dell'export cinese di hardware è di proprietà o controllato da ditte di Taiwan e oltre il 70% delle industrie cinesi di hardware e manifatture di altri componenti elettronici dipende da investimenti di ditte di Taiwan. Ma le crescenti tensioni tra Pechino e Taipei preoccupano le ditte e gli investitori dell'isola.
Finora la Cina ha assorbito oltre il 30% delle esportazioni di Taiwan, rispetto allo 0,67% dell'India. A sua volta Taiwan riceve appena lo 0,87% delle esportazioni indiane e fino al 2004 ha investito in India 116 milioni di dollari (rispetto ai 200 miliardi investiti in Cina). Le differenze di lingua e cultura e il ricordo della crisi finanziaria del 1997 nel sud est asiatico hanno reso poco interessate le ditte di Taiwan.
Ma secondo alcuni analisti una nuova fase è già in atto. Ad esempio a febbraio la taiwanese Foxconn, leader per l'elettronica, ha annunciato l'investimento di 110 milioni di dollari per costituire un insediamento a Chennai, capitale del Tamil Nadu e quarta maggiore città del Paese, sede di fabbriche di ditte leader mondiali di informatica ed elettronica. L'Istituto taiwanese per l'informazione industriale (Iii) stabilirà, a sua volta, un centro distaccato di sviluppo a Chennai. Secondo il Taipei World Travel Center almeno 60 imprese nei diversi settori (di cui almeno 30 elettroniche), già hanno base in città indiane e stanno valutando se iniziarvi una produzione.
Stanley Wang, esperto dell'Iii, osserva che l'India offre lavoro e terra a minor costo che in Cina e può consentire la realizzazione di impianti in scala maggiore. Finora, dice sempre Wang, le ditte di Taiwan hanno spostato qui soprattutto le attività che avevano in altri Paesi del sud est asiatico, come Malaysia, Thailandia e Filippine. Inoltre la Cina è il maggior mercato per l'industria taiwanese di hardware e "i clienti cinesi chiedono hardware fatti in Cina. Ma ora il mercato indiano è in espansione, anche se non è grande come quello cinese".
Anche Vinnie Mehta, direttore esecutivo dell'Associazione indiana dei produttori per l'informazione tecnologica, concorda che è in atto un vero boom nel settore, con "rapida crescita nel mercato interno" indiano. La richiesta interna per i prodotti semi conduttori è ora pari a 3,3 miliardi di dollari, ma si stima arriverà a 43 miliardi per il 2015, quando il consumo di prodotti elettronici finiti sarà pari a 155 miliardi di dollari (ora è di 25 miliardi). Secondo uno studio dell'Acer, compagnia di Taiwan che da tempo ha sede anche a Bangalore, il mercato indiano dei personal computer ha sorpassato Australia e Corea del Sud e mostra la più rapida crescita nell'area dopo Cina e Giappone. "L'India è anche vicina ad Europa, Africa e Medio Oriente", prosegue Mehta, "per cui ci sarebbero minori costi di trasporto navale". (PB)
07/07/2020 14:24