12/07/2011, 00.00
HONG KONG - CINA
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I cattolici di Hong Kong protestano contro le ordinazioni illecite dei vescovi cinesi

di Annie Lam
Una manifestazione questa mattina davanti agli uffici del governo centrale cinese a Hong Kong. I cattolici chiedono il rispetto della libertà personale e religiosa dei vescovi e la liberazione dei prelati sequestrati dalle autorità.
Hong Kong (AsiaNews) - Un gruppo di cattolici di Hong Kong ha protestato questa mattina davanti agli uffici del governo centrale cinese, chiedendo la cancellazione delle ordinazioni illecite, incluso il caso di Shantou del 14 luglio, e di fermare la partecipazione forzata dei vescovi a tali eventi.

Sfidando la forte pioggia, la protesta, organizzata dalla commissione Giustizia e Pace della diocesi di Hong Kong, ha esortato le autorità cinesi a fermare le continue ordinazioni di prelati, irrispettose verso la Chiesa e causa di forti divisioni interne e sofferenze per i cattolici.

Le autorità cinesi, ignorando la dichiarazione della Santa Sede pubblicata il 4 luglio scorso sull’ordinazione illecita di Leshan, hanno deciso di organizzarne un’altra nella diocesi di Shantou, dove il 14 luglio verrà ordinato vescovo p. Huang Bingzhang.

Secondo i cattolici, le autorità cinesi hanno fatto pressione sui vescovi legittimi, costringendoli a partecipare all’evento, violando la loro libertà personale e religiosa. Essi citano il caso di mons. Pei Jumin, vescovo di Liaoning (Shenyang), difeso da suoi stessi sacerdoti, che si sono opposti alla polizia per impedire la partecipazione forzata del prelato all’ordinazione di Shantou.

Nel Guandong, altri vescovi in comunione con il papa hanno subito forti pressioni per partecipare all’ordinazione. Mons. Gan Junqiu di Guangzhou, mons. Liao Hongqing di Meizhou, mons. Su Yongda di Zhanjiang e mons. Liang Jiansen di Jiangmen sono stati portati via dalle autorità in un luogo sconosciuto.
I cattolici hanno protestato contro l'ingerenza brutale delle autorità governative, che violano la libertà personale e religiosa dei vescovi.

I media cattolici affermano che esiste già un vescovo ordinario a Shantou. Questi è mons. Zhuang Jianjian, in comunione con il Papa, ma non riconosciuto dal governo cinese. Il prelato ha 81 anni e in aprile è stato messo sotto sorveglianza dalla polizia.

Citando la Costituzione cinese, che prevede la libertà di credo per i cinesi, e le convenzioni internazionali per i diritti politici e civili che si riferiscono alla libertà religiosa, i cattolici del territorio hanno domandato alla Cina di rispettare la libertà di fede, mettendo fine agli atti che costringono i vescovi a violare i principi della loro fede e della loro coscienza.

I cattolici hanno anche chiesto la liberazione di tutti i vescovi arrestati senza motivo, fra cui mons. Su Zhimin, p. Lu Genjun, Ma Wuyong, e Liu Honggeng della diocesi di Baoding (Hebei); mons. Shi Enxiang, vescovo di Yixian (Hebei); p. Chen Hailong di Xuanhua e p. Li Huisheng della diocesi di Xiwanzi (Hebei). I manifestanti hanno anche espresso l’augurio che il governo cinese possa dialogare con il Vaticano in buona fede, in modo concreto e aperto, su una base di uguaglianza, per far trnare alla normalità la vita delle Chiese locali.
 
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