I buoni propositi dell'Apec: Costruire ponti, non muri fra le economie in crisi
Vladivostok (AsiaNews/Agenzie) - La due-giorni di incontro fra i 21 leader dei Paesi delle due coste del Pacifico, si è conclusa ieri con molti buoni propositi per l'immediato futuro, promettendo di "Costruire ponti, non muri" fra le economie in crisi.
John Key, premier neozelandese, ha dichiarato: "C'è la sensazione che l'economia mondiale sia fragile...ma c'è la fiducia che possiamo farcela".
L'incontro Apec è avvenuto in Russia, in un'isoletta al largo di Vladivostok . Tutti i Paesi sono preoccupati della crisi europea che influenza le loro economie, come pure delle difficoltà della crisi Usa, segnata da una crescita quasi pari a zero. Per questo l'Apec ha deciso di liberalizzare ancora di più i traffici fra i Paesi del gruppo, ma al di là delle promesse non si vedono precise decisioni: gli Usa stanno aumentando le tasse su molti beni dell'export; la Cina ha un'economia piena di monopoli; ovunque vi sono segni di protezionismo. A dare un quadro della fragilità dei propositi, occore aggiungere tutte le tensioni nell'area per la sovranità sugli isolotti contesi da Giappone, Corea del Sud, Cina, Vietnam, Brnei, Malaysia, ecc.. motivate dal desiderio di assicurarsi materie prime (possibili giacimenti sottomarini), ricchezza di pesca, controllo sulle rotte commerciali.
Nonostante le preoccupazioni, l'Apec ha elogiato i tentativi dell'Europa di far fronte alla crisi, soprattutto dopo che la Banca centrale europea ha deciso l'acquisto illimitato di bond. Christine Lagarde, capo del Fondo monetario internazionale, si è detta interessata a giocare un ruolo nell'operazione.
Per dare una spinta all'economia della regione, il presidente cinese Hu Jintao ha promesso di investire 157 miliardi di dollari Usa in infrastrutture, con investimenti in agricoltura, energia, ferrovie, strade. La Russia ha firmato col Giappone un accordo di 7 miliardi di dollari per la costruzione di un impianto per gas liquido vicino alle isole del Sol Levante. Tutti sono d'accordo che non ci deve essere protezionismo soprattutto nell'esportazione di cibarie, dopo le notizie sui raccolti più scarsi, causati dalla siccità e dal maltempo. Ma nessuno ha discusso i prezzi, determinati sempre in precedenza con speculazioni sulla fame dei popoli.
Fra gli altri accordi è da segnalare la riduzione delle tasse - entro il 2015 - per l'export di 54 beni di valore ambientale fra cui impianti di energia rinnovabile, trattamento dei rifiuti, controllo dell'ambiente.
Il prossimo incontro annuale avverrà sull'isola di Bali (Indonesia). L'Apec raccoglie circa il 40% della popolazione mondiale, il 54% dell'economia del pianeta e il 44% del commercio.