I buddisti coreani contro Pechino: “Avete politicizzato la religione”
Seoul (AsiaNews) - La maggiore organizzazione buddista coreana ha chiesto alla Cina di scusarsi in maniera ufficiale per aver imposto la cacciata della delegazione tibetana dalla 26ma conferenza organizzata dall'Amicizia dei buddisti mondiali, che si è svolta a Yeosu dall'11 al 16 giugno. Secondo l'Ordine buddista Jogye, uno dei più antichi e rispettati al mondo, Pechino ha "politicizzato" un evento religioso "senza comprenderne il vero significato".
I 17 fra monaci e rappresentanti del mondo buddista cinese sono partiti all'improvviso due giorni prima della fine dell'incontro. Una portavoce dell'organizzazione ha confermato che, per venire incontro alle proteste cinese, i funzionari dell'Amicizia avevano chiesto ieri a 3 delegati tibetani di lasciare i lavori: "La richiesta cinese è stata accettata dal segretario generale del gruppo. Si è trattato di una decisione imbarazzante". Fra i delegati c'era l'ex primo ministro del governo tibetano Samdhong Rinpoche, inviato personale del Dalai Lama.
L'Ordine definisce il boicottaggio dell'evento "una mossa irrispettosa e spiacevole. I delegati cinesi hanno messo al primo posto l'agenda politica e hanno mancato di rispetto e considerazione per un evento che invece è puramente religioso. Chiediamo che Pechino offra delle scuse sincere per quanto è avvenuto, promettendo nel contempo che una cosa del genere non accadrà mai più".