I Testimoni di Geova scrivono a Medvedev: perseguitati come in epoca sovietica
La comunità religiosa lamenta processi “arbitrari”, persecuzioni e una campagna di “demonizzazione” da parte di tribunali e stampa. Al presidente russo chiedono di “garantire i principi costituzionali” e di “proteggerci dagli abusi delle burocrazie”.
Mosca (AsiaNews/Agenzie) - I Testimoni di Geova della Russia chiedono aiuto al presidente Medvedev per difendersi dalla campagna persecutoria ai loro danni. V.M. Kalin, presidente del Comitato direttivo dell’organizzazione religiosa nella Federazione, ha inviato al capo del Cremlino una lettera in cui lamenta i processi “arbitrari” che si stanno svolgendo in diversi tribunali del Paese contro i Testimoni di Geova (Vedi AsiaNews, 17/09/2009, “Il tribunale di Rostov mette al bando i Testimoni di Geova: estremisti religiosi” e AsiaNews, 05/10/2009, “Anche per la Corte dell’Altai i Testimoni di Geova sono ‘estremisti’ da condannare”).
Kalin afferma che la comunità religiosa è presente in Russa da oltre 100 anni e ricorda che solo sotto il regime sovietico i Testimoni di Geova hanno sofferto persecuzioni e discriminazione. Il capo del Comitato direttivo parla di un processo di “demonizzazione” messo in atto da alcuni tribunali con il sostegno della stampa.
Riferendosi all’articolo programmatico di Medvedev, intitolato “Avanza Russia!” e pubblicato il 10 settembre scorso sul sito di gazeta.ru, Kalin si appella agli ideali di laicità e pacifica convivenza enunciati dal presidente. Il rappresentante dei Testimoni di Geova ricorda che l’organizzazione è presente in 263 Paesi e “solo in 25 essi patiscono la restrizione della libertà di coscienza” sottolineando che si tratta di “nazioni famose per la cruenta violazione dei diritti umani”.
I Testimoni di Geova chiedono a Medvedev di “garantire i principi costituzionali” e di “proteggerci dagli abusi delle burocrazie”. Nella lettera di Kalin si legge: “I diritti di base per i quali i Testimoni di Geova stanno combattendo oggi sono di vitale importanza per mantenere in Russia le libertà democratiche e la costruzione della società civile”.
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