23/10/2007, 00.00
KUWAIT
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I Paesi del Golfo pensano ad un coordinamento delle loro intelligence

Anche se non c’è stato riferimento al nuovo messaggio di Osama Bin Laden, la preoccupazione comune è che quanto sta accadendo in Iraq possa coinvolgere i Paesi vicini. I timori però non si limitano a quanto accade a Baghdad: il capo della sicurezza kuwaitiana ammonisce che non tutti i vicini hanno sentimenti amichevoli verso le nostre popolazioni.

Kuwait City (AsiaNews/Agenzie) – Il coordinamento tra le agenzie nazionali di sicurezza ed intelligence dei Paesi del Golfo per prevenire possibili conseguenze rischiose di quanto sta avvenendo in Medio Oriente ed in particolare in Iraq, è l’obiettivo che vede riuniti per due giorni a Kuwait City i responsabili dei servizi di sicurezza del Gulf Cooperation Council (GCC). A giudizio del capo della Public Intelligence saudita, Muqrin bin Abdul Aziz, vanno prese “al più presto possibile” misure “concrete, vigorose e coordinate” per prevenire il rischio che il conflitto in corso in Iraq possa ripercuotersi negli Stati vicini.

 Nessun riferimento, nel resoconto dell’incontro dato dal Kuwait Times, è stato fatto al messaggio audio col quale ieri Osama Bin Laden ha parlato di “errori” – che non ha specificato – compiuti in Iraq ed ha lanciato un appello all’unità dei combattenti. ”L’interesse della nazione islamica – ha sostenuto il capo di Al Qaeda – supera quello dei gruppi” e “la forza della fede è nell’unità tra i musulmani e non in quella di una tribù o del nazionalismo”.

La “estrema delicatezza” della situazione regionale è stata evidenziata dal capo della Kuwait's National Security Agency, Ahmad Fahd Al-Sabah. “Ciò che – ha detto – avviene in piccolo (il Golfo) e in grande (il Medio Oriente) presenta grandi sfide per tutti noi. Ci sono – ha aggiunto – diversi scenari che debbono essere studiati con attenzione e dobbiamo lavorare per trovare le migliori soluzioni per ognuno di tali scenari”. Da parte sua, infine, il segretario generale del Consiglio di cooperazione del Golfo ha affermato che le popolazione del Golfo si debbono convincere che non tutti i loro vicini sono amichevoli nei loro confronti.

 

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