I Mondiali 2022 in Qatar, quelli del 2018 in Russia
Doha (AsiaNews) - Bandiere biancorosse e “vuvuzelas”. Si è festeggiata così, in Qatar, l’assegnazione dei Mondiali di calcio del 2022. A Doha, presso il mercato di Waqef, un maxischermo ha trasmesso in diretta la cerimonia di Zurigo e subito dopo si è scatenata la festa. Sono tornate le “vuvuzelas”, le rumorose trombette sudafricane protagoniste dell’ultimo Mondiale.
Il Qatar, Emirato con una popolazione di 1,6 milioni di persone, è il primo Stato arabo nella storia a organizzare la fase finale di un Mondiale di calcio. Ha battuto la concorrenza di Stati Uniti, Australia, Giappone e Corea del Sud. Lo sceicco Mohammed bin Hamad bin Khalifa al-Thani, figlio dell’attuale emiro, è il presidente del comitato di candidatura; è stato lui a prendere la parola - dopo la proclamazione da parte del presidente della Fifa Blatter - per garantire il massimo impegno nell’organizzazione dell’evento.
Le preoccupazioni per l’assegnazione al Qatar erano soprattutto legate alle elevate temperature che ci saranno durante il Mondiale; l’emiro aveva rassicurato tutti garantendo stadi climatizzati ed altamente hi-tech. I condizionatori, sia a livello del terreno di gioco sia delle tribune, dovrebbero avere un dispendio energetico garantito da fonti rinnovabili. I 12 stadi necessari allo svolgimento del torneo saranno assemblati in maniera modulare: questo permetterà, alla fine della manifestazione, di far tornare gli stadi a dimensione normale per il Qatar. Il resto verrà donato alla Fifa per destinarlo a quei Paesi che ne avessero necessità.
Indipendente dal 1971 dal Regno Unito, il Qatar fa parte dei Paesi produttori di petrolio ma è anche il terzo esportatore di gas al mondo. Questa monarchia del Golfo non ha una grande tradizione calcistica: grazie ai petrodollari, che rendono in proporzione la popolazione una delle più ricche al mondo, ha attirato alcuni campioni a fine carriera come Gabriel Batistuta o Frank de Boer.
I nove nuovi stadi sorgeranno in sette città, tutte nel raggio di una sessantina di chilometri.“I tifosi potranno vedere due gare al giorno” ha detto a Zurigo lo sceicco Al-Thani: tuttavia nove impianti sono da costruire e tre da ristrutturare, per un costo di tre miliardi di dollari. Sei stadi sono previsti nella capitale Doha; poi uno per ogni località a Al-Shamal, Al-Kohr, Lusail, Umm Salal, Al-Rayann ed Al-Wakhrar. La capienza oscillerà fra i 43mila e gli 80mila in progetto a Lusail, per poter ospitare complessivamente 2,869 milioni di spettatori.
Il budget operativo per Confederations Cup 2021 e Mondiale 2022 è di 645 milioni di dollari, ma l’insieme dei lavori necessari a livello di infrastrutture complessive potrebbe richiedere 100 miliardi di dollari. La famiglia reale è pronta a investimenti ingenti, necessari anche per creare una rete di trasporti, siti di allenamento per le Nazionali ed aumentare drasticamente le capacità alberghiere.
Per il presidente americano Barack Obama, la scelta della Fifa è “sbagliata”. L’inquilino della Casa Bianca, che è stato battuto proprio dall’Emirato, dimostra così di non aver preso troppo bene la decisione della Federazione. Festa grande anche in Russia, che ospiterà il torneo nel 2018; Putin, che prima dell’assegnazione aveva accusato gli avversari di “concorrenza sleale”, è volato a Zurigo subito dopo l’annuncio per “congratularsi” con la Fifa.