20/08/2012, 00.00
EGITTO
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I Fratelli musulmani contro giornalisti e giudici critici di Morsi

Il presentatore Tawfiq Okasha accusato di "insulto all'islam" per aver diffuso un video sull'esecuzione rituale di un'apostata. Il presidente Morsi vuole che sia bandito da tutte le tivu. Il suo processo è in settembre. I Fratelli musulmano vogliono eliminare tutti i giudici anti-islamisti e controllare la Corte costituzionale.

Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - I Fratelli musulmani in Egitto, preoccupati dalla oro perdita di consensi, vogliono zittire le molte voci critiche che li mettono in cattiva luce.

Da diversi mesi nel mirino dei Fratelli e dello stesso presidente Mohammed Morsi vi è il giornalista Tawfiq Okasha (v.foto), accusato di offendere il presidente e di mettere in cattiva luce l'islam.

Okasha è un presentatore molto noto e proprietario del canale televisivo satellitare Al-Faraeen. Da sempre egli è critico dell'integralismo dei Fratelli musulmani e dei salafiti. In una sua trasmissione, tempo fa, ha diffuso il video di un giovane che veniva sgozzato con un'esecuzione rituale per apostasia.

Okasha ha anche accusato il capo dell'intelligence, il gen. Abdel Fattah al-Seesy, di essere al soldo del Qatar e di aver favorito il più possibile la vittoria di Mohammed Morsi a presidente dell'Egitto.

Nelle elezioni del giugno scorso, che hanno visto la vittoria di Morsi sul politico Ahmed Shafiq, egli ha espresso dubbi sulla bontà delle elezioni, dato che molti copti (secondo lui il 50% di essi) non avevano potuto votare.

Per tutto questo Okasha ha accumulato denunce di "insultare l'islam e provocare divisioni settarie", come pure di "falsità intenzionale e accuse che giungono fino alla diffamazione e alla calunnia" contro il presidente Morsi. Quest'ultimo ha chiesto perfino che Okasha sia bandito da tutti i canali televisivi.

Il 1mo settembre Okasha dovrà comparire in tribunale. Una Ong egiziana di avvocati ha chiesto a tutti i colleghi di difendere il presentatore per salvaguardare "la libertà di opinione e di espressione, che va difesa anche dopo la rivoluzione".

Vi sono anche segnali che i Fratelli musulmani stiano cercando di controllare il potere giudiziario nel Paese. Il nuovo ministro della Giustizia, Ahmed Mekki, vuole "purgare" le corti di giustizia da ogni giudice che è stato legato all'era Mubarak. Secondo Mekki - che al tempo del rais deposto era un difensore dell'autonomia del potere giudiziario - la "purga" è necessaria per far avanzare di "un altro passo la rivoluzione dell'Egitto".

Per molti osservatori, la mossa di Mekki è solo un modo per sbarazzarsi di giudici anti-islamisti e sottomettere il potere giudiziario, l'unico potere che ancora sfugge al governo dominato dai Fratelli musulmani.

Gli islamisti mirano soprattutto a limitare i poteri della Corte costituzionale, rea - ai loro occhi - di aver decretato in maggio l'incostituzionalità del parlamento a maggioranza salafita-islamista.

Secondo vari osservatori, i Fratelli musulmani - vincitori alle elezioni parlamentari e a quelle presidenziali - hanno perso circa il 40% dei consensi in pochi mesi. Tutte queste mosse  sono un tentativo di mantenere la maggioranza quasi assoluta in parlamento, per evitare una sconfitta alle prossime elezioni, fissate per l'anno prossimo.

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