I Cham musulmani, spinti verso il fondamentalismo
Phnom Penh (AsiaNews/Feer) Il fondamentalismo islamico sta prendendo piede anche in Cambogia. Il paese asiatico, a maggioranza buddista, sta registrando negli ultimi tempi una crescita dell'ala più radicale dell'Islam locale, influenzata dal movimento oltranzista malaysiano Dawa Tablight e dal wahabismo saudita.
Nel corso degli ultimi anni circa il 40% degli appartenenti al più moderato gruppo Cham (che ai precetti dell'islam unisce elementi della tradizione buddista) hanno deciso di seguire le regole dei gruppi più integralisti. Fra le ragioni che spingono i Cham all'integralismo, vi sono la povertà e l'emarginazione. I Cham rappresentano il 5% ( 700mila individui) della popolazione cambogiana; nel corso degli ultimi 30 anni essi sono stati vittima di discriminazioni e soprusi, tanto da farne temere la scomparsa. Per le loro condizioni di vita, si trovano al fondo della scala sociale cambogiana. Gli aiuti provenienti dall'esterno sono una risorsa vitale che consente la loro sopravvivenza, ma li espone alla mercè dei gruppi più oltranzisti (e ricchi) del mondo arabo.
Moschee e scuole islamiche stanno lentamente prendendo piede, così come l'abbigliamento e i precetti della religione islamica; sempre più spesso si vedono donne che indossano vestiti caratteristici del mondo arabo, inviati da amici o parenti che vivono nella vicina Malaysia.
Dopo gli attacchi dell'11 settembre negli Stati Uniti e l'attentato a Bali dell'anno seguente, il governo cambogiano ha intensificato controlli e restrizioni nei confronti della minoranza islamica, sospettata di fiancheggiare le organizzazioni terroristiche internazionali. Anche i governi occidentali da tempo prestano attenzione alla realtà islamica cambogiana: il rischio è che alcune zone del paese asiatico possano diventare una base per le cellule terroristiche o un rifugio ideale per i criminali, grazie anche alla scarsa sicurezza interna e ai confini poco controllati. Le accuse e i sospetti verso i Cham si sono rinforzati tra la fine del 2002 e i primi mesi del 2003 la Cambogia ha avuto come ospite clandestino l'indonesiano Riduan Isamuddin (meglio conosciuto con il nome di Hambali), accusato di essere uno degli attentatori nella strage di Bali, nella quale perirono oltre 200 persone.
Il crescente atteggiamento di sospetto favorisce un isolamento sempre maggiore della minoranza musulmana, che sta lentamente creando nuove moschee e scuole in cui non si insegna la lingua Cham, né quella khmer, ma solo l'arabo e i precetti del Corano. Queste moschee sono finanziate da musulmani che vivono in America e da donazioni provenienti dalla Malaysia.
Ma i nuovi sviluppi stanno creando un conflitto interno agli stessi musulmani Cham: da una parte vi sono coloro che vogliono mantenere un legame con la cultura cambogiana; dall'altra vi è l'ala più oltranzista, che fa affidamento sugli appoggi provenienti dall'esterno. Il risultato è la creazione di nuove moschee o la divisione in due di quelle già esistenti. (DS)
19/11/2020 12:07