I 50 anni del Centro missionario Pime di Milano
Domenica 18 settembre vi sarà il Congressino missionario, con la cerimonia della consegna del crocifisso ai missionari e missionarie partenti. Nei 50 anni di storia, il Centro missionario ha messo in comunicazione mondi diversi, facendo conoscere eccezionali testimoni della fede e della cultura: Madre Teresa, Raoul Follereau, Helder Camara, Harry Wu… Una nuova campagna contro la fame.
Milano (AsiaNews) - Il Centro di cultura e animazione missionaria del PIME di Milano compie quest’anno mezzo secolo di vita. I festeggiamenti prederanno il via domenica 18 settembre con il tradizionale Congressino missionario (ore 9.30-17), al quale saranno presenti - insieme a un migliaio tra parenti dei missionari, giovani, amici e benefattori del Pime - i superiori delle varie missioni del’istituto, presente in 18 Paesi del mondo. Nel corso della S. Messa, celebrata da uno dei protagonisti della lunga storia del Centro, padre Mauro Mezzalonna, si svolgerà la cerimonia della consegna del crocefisso ai missionari e missionarie partenti. Seguiranno testimonianze missionarie dai vari angoli del mondo, il pranzo comunitario e, al pomeriggio, spettacoli e attività per le famiglie.
Il cinquantesimo del Centro di Milano coincide con un altro importante anniversario, ossia il 150mo della nascita di mons. Angelo Ramazzotti, già vescovo di Pavia e poi patriarca di Venezia, cui si deve la fondazione dell’istituto ne 1850 come “Seminario lombardo delle missioni estere” e al quale il Centro è intitolato.
«Festeggiare mezzo secolo di vita e attività del Centro – spiega l’attuale direttore, padre Gian Paolo Gualzetti, già missionario in Bangladesh per 14 anni – è l’occasione non solo per riscoprire la storia significativa di animazione missionaria e culturale che esso ha svolto nella città e nella diocesi di Milano, ma soprattutto per guardare avanti, interrogandosi su quali strade percorrere oggi per continuare ad aiutare la società e la Chiesa di oggi a tenere gli occhi e il cuore aperti alle dimensioni del mondo e alle sfide della missione».
Nel corso della sua lunga e intensa storia, il Centro Pime di Milano ha fatto conoscere, fin dagli anni Sessanta, figure del calibro di Madre Teresa di Calcutta; mons. Helder Camara, arcivescovo di Recife; Raoul Follereau, il profeta dei lebbrosi; l’Abbé Pierre, fondatore di Emmaus… fino ai tempi recenti, quando da via Mosè Bianchi sono passati, tra gli altri, uno dei più noti dissidenti cinesi al mondo, Harry Wu; la scrittrice cambogiana Claire LY, sopravvissuta ai campi di prigionia di Pol Pot, e padre Henri Lassausse, il “giardiniere di Tibhirine”, che in Algeria sta raccogliendo l’eredità spirituale dei 7 monaci uccisi nel 1996.
Negli anni in cui il cardinale Carlo Maria Martini lanciava la Cattedra dei non credenti, anche il Centro Pime ha provato a far dialogare e incontrare fra loro mondi diversi, per certi aspetti lontani, invitando filosofi, teologi, intellettuali e scrittori a confrontarsi attorno alle grandi questioni dell’esistenza.
Tra le proposte e attività avviate nell’arco di mezzo secolo spicca, come un “filo rosso”, l’interesse per l’Asia, le sue culture e le sue religioni. Risale al 1974 l’avvio dell’Istituto studi asiatici (cui si devono interessanti iniziative culturali e alcune pubblicazioni di valore); nel 1986, su iniziativa di padre Piero Gheddo, nasce il quindicinale Asia News con i supplementi Cina Oggi e Islam oggi, che sbarcherà poi sul web, trasformandosi in agenzia quotidiana nel 2003, grazie a padre Bernardo Cervellera.
Oggi il Centro missionario PIME di Milano è una realtà consolidata, presso cui operano una comunità di padri missionario e un folto gruppo di laici, impegnati nei settori dell’educazione e animazione missionaria, dell’ editoria multimediale, dei Beni culturali (il Museo Popoli e culture, che ha festeggiato 100 anni di storia, ogni anno accoglie oltre 10mila visitatori l’anno; la Biblioteca, specializzata su Paesi e culture extraeuropei, comprende oltre 30.000 volumi e circa 200 riviste in varie lingue), la solidarietà (sostegno a distanza e progetti di sviluppo in terra di missione) e ambito commerciale (libreria e negozio del commercio equo e solidale).
Proprio per “guardare avanti”, l’anno del cinquantesimo sarà accompagnato da una Campagna di sensibilizzazione sul tema “Contro la fame cambIO la vita”, che riprende e rilancia, in termini nuovi, un’iniziativa analoga degli anni Ottanta, per denunciare lo scandalo della fame che colpisce un miliardo di persone nel mondo e chiedere una conversione degli stili e delle scelte di vita. Vedi www.cambiolavita.it.
Il cinquantesimo del Centro di Milano coincide con un altro importante anniversario, ossia il 150mo della nascita di mons. Angelo Ramazzotti, già vescovo di Pavia e poi patriarca di Venezia, cui si deve la fondazione dell’istituto ne 1850 come “Seminario lombardo delle missioni estere” e al quale il Centro è intitolato.
«Festeggiare mezzo secolo di vita e attività del Centro – spiega l’attuale direttore, padre Gian Paolo Gualzetti, già missionario in Bangladesh per 14 anni – è l’occasione non solo per riscoprire la storia significativa di animazione missionaria e culturale che esso ha svolto nella città e nella diocesi di Milano, ma soprattutto per guardare avanti, interrogandosi su quali strade percorrere oggi per continuare ad aiutare la società e la Chiesa di oggi a tenere gli occhi e il cuore aperti alle dimensioni del mondo e alle sfide della missione».
Nel corso della sua lunga e intensa storia, il Centro Pime di Milano ha fatto conoscere, fin dagli anni Sessanta, figure del calibro di Madre Teresa di Calcutta; mons. Helder Camara, arcivescovo di Recife; Raoul Follereau, il profeta dei lebbrosi; l’Abbé Pierre, fondatore di Emmaus… fino ai tempi recenti, quando da via Mosè Bianchi sono passati, tra gli altri, uno dei più noti dissidenti cinesi al mondo, Harry Wu; la scrittrice cambogiana Claire LY, sopravvissuta ai campi di prigionia di Pol Pot, e padre Henri Lassausse, il “giardiniere di Tibhirine”, che in Algeria sta raccogliendo l’eredità spirituale dei 7 monaci uccisi nel 1996.
Negli anni in cui il cardinale Carlo Maria Martini lanciava la Cattedra dei non credenti, anche il Centro Pime ha provato a far dialogare e incontrare fra loro mondi diversi, per certi aspetti lontani, invitando filosofi, teologi, intellettuali e scrittori a confrontarsi attorno alle grandi questioni dell’esistenza.
Tra le proposte e attività avviate nell’arco di mezzo secolo spicca, come un “filo rosso”, l’interesse per l’Asia, le sue culture e le sue religioni. Risale al 1974 l’avvio dell’Istituto studi asiatici (cui si devono interessanti iniziative culturali e alcune pubblicazioni di valore); nel 1986, su iniziativa di padre Piero Gheddo, nasce il quindicinale Asia News con i supplementi Cina Oggi e Islam oggi, che sbarcherà poi sul web, trasformandosi in agenzia quotidiana nel 2003, grazie a padre Bernardo Cervellera.
Oggi il Centro missionario PIME di Milano è una realtà consolidata, presso cui operano una comunità di padri missionario e un folto gruppo di laici, impegnati nei settori dell’educazione e animazione missionaria, dell’ editoria multimediale, dei Beni culturali (il Museo Popoli e culture, che ha festeggiato 100 anni di storia, ogni anno accoglie oltre 10mila visitatori l’anno; la Biblioteca, specializzata su Paesi e culture extraeuropei, comprende oltre 30.000 volumi e circa 200 riviste in varie lingue), la solidarietà (sostegno a distanza e progetti di sviluppo in terra di missione) e ambito commerciale (libreria e negozio del commercio equo e solidale).
Proprio per “guardare avanti”, l’anno del cinquantesimo sarà accompagnato da una Campagna di sensibilizzazione sul tema “Contro la fame cambIO la vita”, che riprende e rilancia, in termini nuovi, un’iniziativa analoga degli anni Ottanta, per denunciare lo scandalo della fame che colpisce un miliardo di persone nel mondo e chiedere una conversione degli stili e delle scelte di vita. Vedi www.cambiolavita.it.
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