Hunan: la polizia arresta 6 dimostranti per una fabbrica inquinante e rischia una sommossa
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Oltre 1000 abitanti della zona della città di Liuyang (Hunan), ieri hanno assediato il municipio e la stazione di polizia, protestando per l’arresto di 6 persone che hanno dimostrato accusando di inquinamento una fabbrica chimica.
Almeno 4 persone sono morte per malattie causate da inquinamento chimico e molte altre sono malate. Il 29 luglio i residenti nel villaggio di Zhentou sono scesi in piazza, chiedendo cure mediche gratuite e un indennizzo per l’avvelenamento di campi e coltivazioni.
L’impianto chimico della Xianghe sorge vicino a campi e abitazioni del villaggio di Shuangqiao ed è accusato di gettare nelle acque rifiuti con metalli pesanti come cadmio e indio, usati per realizzare, rispettivamente, le batterie e gli schermi a cristalli liquidi. Sono velenosi per l’uomo e causano problemi soprattutto all’apparato digerente.
Dopo anni di inquinamento, solo a maggio ci sono state analisi accurate, che hanno mostrato che il terreno contiene metalli pesanti e non può essere usato per la coltivazione per almeno 60 anni. Intanto per anni la gente ha continuato a mangiare questi prodotti.
A luglio è deceduto Tang Haiseng, forse per avvelenamento da cadmio. Il governo locale ha offerto alla famiglia 400mila yuan per coprire lo scandalo.
La scorsa settimana è morto Xiong Shusheng e le analisi hanno mostrato la presenza di cadmio 8,9 volte oltre il limite tollerabile.
Le analisi mediche hanno accertato che sono malate almeno 181 persone che lavorano alla fabbrica. Ma si ritiene che i malati siamo molti di più, perché mancano dati precisi sui molti abitanti della zona.
In Cina ci sono state nel 2008 oltre 87mila proteste di massa per ragioni economiche, in gran parte legate all’inquinamento di acqua e terreno. Spesso le autorità locali privilegiano le esigenze della produzione industriale, convinte che le fabbriche anche inquinanti portino ricchezza alla zona, e usano la polizia per tutelare gli interessi delle ditte contro le legittime proteste dei contadini.