13/02/2010, 00.00
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Hubei: ancora disabili costretti al lavoro nelle fabbriche di mattoni

Rapiti e forzati a lavorare tutto il giorno per pochi centesimi. Una televisione locale denuncia il nuovo scandalo, che peraltro era emerso da quasi due anni.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Operai con handicap mentali sono costretti a lavorare giorno e notte nelle fabbriche di mattoni dell’Hubei per 208 yuan l’anno (pochi centesimi di euro al giorno), molto al di sotto del salario minimo legale. Un servizio televisivo denuncia che poco o nulla è cambiato rispetto allo scandalo degli operai-schiavi esploso nel giugno 2007, quando la polizia liberò circa 570 persone ridotte in schiavitù in fabbriche di mattoni dell’Henan e dello Shanxi, tra cui 50 bambini, costretti a lavorare fino a 16 ore al giorno senza paga e con scarso cibo, sotto il controllo di guardie private e di cani per impedire la fuga.

Secondo il China Labour Bullettin, prestigiosa pubblicazione per i diritti dei lavoratori, la situazione è emersa dopo che nell’estate 2008 un operaio è stato picchiato a morte da altri lavoratori di una fabbrica di mattoni a Huangpi, a nord di Wuhan. Il locale ufficio ispettivo ha iniziato accertamenti, che hanno fatto emergere circa 5mila lavoratori “in nero”, poi regolarizzati.

E’ anche emerso che nel febbraio 2008 un certo Ye Huabing ha adescato una ventina di disabili mentali e vagabondi presso la stazione ferroviaria Hankou di Wuhan e li ha portato alla sua fabbrica a Huangpi, dove li ha costretti al lavorare per tutto il giorno senza salario. A luglio uno di questi è stato torturato dai suoi stessi compagni, perché li aveva disturbati durante la pausa di mezzogiorno. Quando Ye ha scoperto il cadavere, lo ha fatto subito seppellire in un campo vicino. La sua identità è ancora ignota.

Due mesi dopo la polizia ha arrestato Ye e 6 persone ritenute coinvolte nell’omicidio. Nel settembre 2009 il principale responsabile Lin Jinguan è stato condannato all’ergastolo e Ye a 3 anni di carcere per averli costretti a lavorare e altri 3 anni per avere distrutto prove dell’omicidio.

Il servizio è andato in onda il 25 gennaio e lo stesso giorno le autorità locali hanno proclamato di avere subito lanciato un’operazione per “rettificare i lavori illegali e stroncare i comportamenti criminali”, assicurando che era già in atto una campagna contro le organizzazioni criminali.

Ma molti si chiedono come mai siano ancora così carenti i controlli, dopo che lo scandalo è emerso come grave e ricorrente.

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