Hu Jintao: il "canto del cigno" in 90 minuti
Pechino (AsiaNews) - Con un discorso di 90 minuti del presidente uscente, Hu Jintao, si è aperto a Pechino il 18mo Congresso del Partito comunista cinese (Pcc). Il Congresso dovrebbe varare il cambio di leadership, dalla Quarta alla Quinta generazione. Hu Jintao e il premier Wen Jiabao si dimetteranno per lasciare posto a Xi Jinping e Li Keqiang, da anni scelti come il "cuore" della leadership della Quinta generazione.
Nel suo discorso di addio come presidente e segretario generale del Partito, Hu Jintao ha parlato di tutto, ma si è soffermato più volte sulla questione della corruzione dei membri, che se non fermata, potrebbe causare "la caduta del Partito".
Per questo ha esortato i compagni in modo vigoroso a vigilare sui loro familiari e sul loro staff per una corretta auto-disciplina che eviti bustarelle e ricchezze ingiuste.
Dopo un lungo periodo di lotta fra le fazioni interne del Partito, e l'espulsione di un alto membro come Bo Xilai,, egli ha esortato tutti i membri all'unità politica, ma ha concluso con una filippica contro la sua fazione rivale, i "principini", i figli dei grandi del Partito, la cui carriera è dovuta ai meriti e alla protezione dei padri. Egli ha sottolineato che la carriera deve avvenire "sul merito, senza alcun riguardo alle origini".
Ritornando sulla questione della corruzione - il problema più grave della Cina, secondo un'inchiesta fra la popolazione - Hu ha minacciato che chi viola la legge sarà perseguito "chiunque egli sia, qualunque potere o ruolo ufficiale abbia".
Il "canto del cigno" del presidente, ha riproposto i temi perseguiti nei suoi 10 anni di governo soprattutto l'idea di "sviluppo scientifico", cioè l'equilibrio fra un progresso economico senza limiti e l'attenzione alla povertà, all'ecologia; all'aumento della ricchezza fra città e campagne; ad alcune riforme politiche.
Ma Hu ha subito escluso per la Cina un modello di "democrazia occidentale", rivendicando ancora una volta - come è da oltre 30 anni - il "socialismo con caratteristiche cinesi".
Egli ha anche lanciato l'idea di un nuovo modello di sviluppo, più basato sulla domanda interna, ora che il mercato globale è in crisi e con esso le esportazioni della Cina. Pur ricercando uno "sviluppo pacifico", egli ha detto che occorre modernizzare l'esercito e prepararsi a "salvaguardare in modo risoluto" i diritti marittimi della Cina, che - a suo parere - deve divenire sempre più una "potenza marittima".
Molti dei temi affrontati da Hu erano già stati trattati in passato da lui stesso o dal suo premier, ma senza arrivare a qualche risultato: l'inquinamento è sempre ad un livello abissale; la differenza fra ricchi e poveri è in forte aumento; la corruzione è stratosferica.
Secondo diversi analisti, il problema sta nel fatto che lo stesso soggetto - il Partito - si pone degli obbiettivi e ne verifica l'attuazione, senza accettare giudizi e critiche dall'esterno.
Sul problema della corruzione, ad esempio, lo storico Zhang Lifang, già membro dell'Accademia delle scienze sociali, afferma laconico: "Essi possono anche punire i loro uomini, come Bo [Xilai] ..., ma non vogliono alcuna supervisione dall'esterno del Partito". Insomma, il medico e l'ammalato sono la stessa persona.