Hu Jintao alla Marina militare: Preparatevi alla guerra
Davanti alla Commissione militare centrale cinese, il presidente cinese ha invitato la Marina a “proseguire la propria modernizzazione” ed “essere pronta alla guerra, per salvaguardare la sicurezza nazionale e la pace”. Nella capitale, intanto, iniziano i dialoghi militari con gli Stati Uniti.
Pechino (AsiaNews) - La Marina militare cinese “deve proseguire la sua modernizzazione” ed “essere pronta alla guerra, a combattere per salvaguardare la sicurezza nazionale e la pace mondiale”. Lo ha affermato ieri il presidente cinese Hu Jintao, le cui dichiarazioni sono state riportate dall’agenzia di Stato Xinhua. Il termine “guerra” è stato usato proprio dall’organo di stampa ufficiale del Partito: altri hanno usato “impegno militare”.
Per perseguire questi scopi, ha spiegato Hu davanti alla Commissione militare centrale cinese, “la Marina militare cinese deve proseguire la sua modernizzazione”. All’incontro era presente anche il suo probabile successore, il vicepresidente Xi Jinping. Le forze armate cinesi hanno tenuto a fine novembre delle manovre navali nel Pacifico orientale, annunciate in concomitanza con la visita del presidente degli Stati Uniti Barack Obama in Indonesia.
Le dichiarazioni presidente cinese arrivano in un momento di tensione nel Mar cinese meridionale, dove la Cina ha dispute sulla sovranità territoriale di alcune isole con Vietnam, Filippine, Malaysia e Brunei, oltre che col Giappone e la Corea. Nelle scorse settimane, Pechino ha reagito con fastidio alle iniziative del presidente americano Barack Obama, che si è impegnato con l’Australia a rafforzare la presenza militare degli Usa nel Pacifico e ha proposto la creazione di una zona di cooperazione economica con nove Paesi dell’area senza allargare la proposta alla Cina. Da poco la Cina ha anche acquisito la sua prima portaerei.
Dall’anno scorso, la Cina ha riaffermato la propria sovranità “indiscutibile” sul Mar cinese meridionale, affermando che esso fa parte delle sue aree di interesse “fondamentale”: una formula che in passato era stata applicata soltanto a Taiwan e al Tibet.
Nel frattempo, però, a Pechino si sono aperti dei colloqui di natura militare fra Cina e Stati Uniti. Il sottosegretario alla Difesa Michele Flournoy e la sua controparte cinese Ma Xiaotian dovrebbero discutere della questione di Taiwan – che la Cina considera una “provincia ribelle” e invece gli Usa si sono impegnati a difendere – ma anche della penisola coreana e del Mar cinese orientale.
Per perseguire questi scopi, ha spiegato Hu davanti alla Commissione militare centrale cinese, “la Marina militare cinese deve proseguire la sua modernizzazione”. All’incontro era presente anche il suo probabile successore, il vicepresidente Xi Jinping. Le forze armate cinesi hanno tenuto a fine novembre delle manovre navali nel Pacifico orientale, annunciate in concomitanza con la visita del presidente degli Stati Uniti Barack Obama in Indonesia.
Le dichiarazioni presidente cinese arrivano in un momento di tensione nel Mar cinese meridionale, dove la Cina ha dispute sulla sovranità territoriale di alcune isole con Vietnam, Filippine, Malaysia e Brunei, oltre che col Giappone e la Corea. Nelle scorse settimane, Pechino ha reagito con fastidio alle iniziative del presidente americano Barack Obama, che si è impegnato con l’Australia a rafforzare la presenza militare degli Usa nel Pacifico e ha proposto la creazione di una zona di cooperazione economica con nove Paesi dell’area senza allargare la proposta alla Cina. Da poco la Cina ha anche acquisito la sua prima portaerei.
Dall’anno scorso, la Cina ha riaffermato la propria sovranità “indiscutibile” sul Mar cinese meridionale, affermando che esso fa parte delle sue aree di interesse “fondamentale”: una formula che in passato era stata applicata soltanto a Taiwan e al Tibet.
Nel frattempo, però, a Pechino si sono aperti dei colloqui di natura militare fra Cina e Stati Uniti. Il sottosegretario alla Difesa Michele Flournoy e la sua controparte cinese Ma Xiaotian dovrebbero discutere della questione di Taiwan – che la Cina considera una “provincia ribelle” e invece gli Usa si sono impegnati a difendere – ma anche della penisola coreana e del Mar cinese orientale.
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