Hong Kong, la polizia raddoppia i controlli sugli account Google
Hong Kong (AsiaNews/ Agenzie) - I controlli sugli utenti di Google da parte delle autorità di Hong Kong sono il doppio di quelli effettuati in Giappone. A rivelarlo sono gli stessi gestori del gigante di internet che hanno chiesto un'indagine al garante della privacy del governatorato.
Nel primo semestre del 2012, la polizia ha già fatto 192 richieste di informazioni per "indagini" rispetto a un totale di 325 nel 2011 e 140 nel 2010. Ciò ha spinto James Kun-sun, membro del Partito democratico, a richiedere l'intervento del Garante della privacy per verificare una possibile "sorveglianza anormale" sugli utenti. Nello stesso periodo le autorità giapponesi hanno effettuato 104 richieste, mentre in Russia sono state 58. A livello globale, Google, oscurato in Cina, ha ricevuto 20.938 domande per controlli, con un aumento annuale di circa il 25%.
I responsabili del motore di ricerca sperano che tale crescita sia dovuta al maggiore numero di utenze. Tuttavia, l'entità dei controlli è anormale in una piccola realtà come Hong Kong dove vivono circa 7 milioni di persone. "In Giappone - ha sottolineato James Kun-sun - risiedono più di 100 milioni di persone e in questo periodo le autorità stanno aiutando gli Stati Uniti a monitorare i movimenti dei gruppi terroristi. Che ragioni ha Hong Kong per avere più richieste del Giappone?".
Secondo il rapporto pubblicato da Google, una parte dei controlli serviva a un ufficio provinciale della Repubblica popolare cinese per rimuovere dal motore di ricerca un sito colpevole di aver diffamato un funzionario del partito comunista. Tale ordine è stato ignorato dai responsabili del network. Essi hanno ammesso di aver ricevuto circa 377 domande per oscurare dei video di Youtube che avrebbero violato delle "presunte" regole di copyright. I filmati non sono stati cancellati perchè la documentazione presentata dalla polizia era incompleta.
Dopo una lunga battaglia sulla censura, nel 2010 Google ha rinunciato al mercato cinese. Le autorità avevano richiesto la totale gestione dei dati di posta elettronica per controllare l'attività dei dissidenti. Gli utenti della Cina continentale possono usufruire del sito in lingua cinese sviluppato per Hong Kong, ma la connessione si interrompe se introducono parole o frasi considerate "pericolose" dalle autorità comuniste.
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