Hiroshima ricorda la visita di Giovanni Paolo II
La diocesi ha organizzato una serie di celebrazioni per celebrare il 25esimo anniversario della visita di Giovanni Paolo II. Giapponesi e coreani insieme per la pace.
Hiroshima (AsiaNews/Jcw) Tutte le chiese della diocesi di Hiroshima hanno organizzato una serie di eventi nel corso di febbraio e marzo per celebrare il 25esimo anniversario della visita del defunto Pontefice Giovanni Paolo II, avvenuta nel 1981.
Nella città di Hiroshima sono state celebrate due "messe per la pace" nella cattedrale di Noboricho, alle quali hanno partecipato oltre 600 persone. Nella sua omelia, mons. Atsumi Misue, vescovo della diocesi, ha ricordato l'appello del Papa per la pace nel mondo fatto proprio in quel luogo: "Mi appello ai giovani di tutto il mondo. Non possiamo tenerci per mano e costruire un nuovo futuro, fondato sull'amore e sulla solidarietà?".
"Pensare ad Hiroshima ha detto il presule significa pregare per l'abolizione della guerra nucleare. Questa celebrazione non significa che la nostra missione termina qui: gli anni più importanti non sono i 25 che sono passati, ma quelli che abbiamo davanti".
"La nostra diocesi ha concluso il prelato continuerà a celebrare questa ricorrenza ogni anno per tenere sempre in mente l'appello del Papa. Dobbiamo fare in modo che la pace diventi una realtà di tutti i giorni, nella vita di tutte le persone".
Durante le celebrazioni per la ricorrenza si è svolto proprio ad Hiroshima l'annuale incontro fra gli studenti giapponesi e quelli coreani: i membri delle due delegazioni hanno partecipato alle celebrazioni. Fra i doni portati da loro all'altare durante la messa celebrata dal vescovo, vi era un rosario fatto di origami.
Padre Han Sunju, 43 anni dalla diocesi coreana di Suwon, ha parlato alla fine della commemorazione. "Anche da parte nostra ha detto dobbiamo fare di tutto, persino lottare, per fare sempre trionfare la pace".
Per terminare gli eventi, il gruppo misto ha recitato in coro, in giapponese ed in coreano, questi versi scritti da uno di loro: "Dobbiamo ascoltare la testimonianza delle vittime della bomba e vedere in loro il Cristo crocefisso. I nostri cuori sono ora aperti e grazie a questo dobbiamo tenere in mente l'importanza del preservare la pace che Gesù ci ha donato".