Harbin: la guerra culturale contro il Thanksgiving Day; l’universitario contro l’addetta del dormitorio
Uno studente universitario ha scatenato un attacco ideologico contro il gesto di gratitudine di un’addetta al dormitorio dell’Istituto di tecnologia di Harbin. La donna ha offerto cioccolatini per il “Giorno del ringraziamento”. Lo studente l’ha accusata di introdurre in università “attività religiose” e “feste straniere”. Eppure in Cina si festeggia il Primo gennaio, la festa della donna, il Primo maggio, ecc… La riflessione di una personalità sul web.
Pechino (AsiaNews) – Lo studente universitario dell’Istituto di tecnologia di Harbin, che ha denunciato il gesto di gentilezza di un’addetta all’amministrazione dei dormitori, ha davvero toccato il (più basso) limite morale e sociale.
Per il Giorno del ringraziamento (Thanksgiving Day, il 26 novembre scorso), questa signora ha preparato una scatola di cioccolatini con un biglietto: “Grazie per il sostegno di voi ragazzi verso il dormitorio n. 17”. Su internet, uno studente ha lasciato tre commenti uno dietro l’altro: “In quanto rappresentante ufficiale, festeggi pubblicamente una ‘festa straniera’. Non pensi agli effetti che si provocano?”; “Si pregano i tutor e il dormitorio di sospendere immediatamente quest’attività”, “altrimenti sarò costretto a riportarlo alle autorità dell’ateneo”.
Posso immaginare questo studente. Uno scientifico, preda della rabbia, forse anche col viso arrossato. È indubbiamente un giovane, ma guarda il suo linguaggio: è obsoleto. Questi commenti includono l’accusa, la minaccia e le formule confezionate: “sarò costretto a riportarlo alle autorità dell’ateneo!”. Questa frase proviene dalla sua quotidianità; nel momento in cui ha scritto questa frase, il suo cuore è sicuramente colmo di un grande senso di sicurezza.
Le persone provano una forte ira per questa “denuncia”; anche la maggior parte dei commenti sul sito di Osservatore (www.guancha.cn) è critica verso questo studente. Questo perché “la denuncia” e “la gratitudine” sono due sentimenti opposti. Ogni individuo dovrebbe essere grato, altrimenti è difficile continuare a vivere, o si vive solo in modo “disumano”.
L’addetta ai dormitori e il bravo studente di un ateneo prestigioso vengono messi a confronto. Di certo questa signora non conosce le origini del Thanksgiving Day, e ama certamente la nostra patria. Nel momento in cui ha preparato quei dolcetti, in verità, è stata toccata dalla parola “gratitudine”. Questa è una parola bella che può essere usata per esprimere il ringraziamento. Ha detto che è grata per il sostegno dei ragazzi verso il dormitorio n. 17; ciò dimostra che pensa di avere delle responsabilità verso il dormitorio n. 17. Probabilmente non è una persona “acculturata”, ma in lei si vede comunque il senso semplice di giustizia in un essere umano.
Come sempre, la risposta da parte dell’ateneo è stata deludente. Sul suo profilo Weibo, l’università afferma che l’addetta e lo studente che ha riportato il caso sono entrambi di buon cuore: questo è indubbiamente il frutto di una logica del compromesso. In verità, non riescono ad essere davvero “equi”. Secondo quanto riportato da Phoenix, una personalità dell’amministrazione per gli studenti magistrali afferma che “in linea di principio, gli atenei non promuovono la festa del Thanksgiving Day. Perciò lo studente non ha certo torto e bisogna dargli ragione”.
La risposta dell’ateneo, in cui si sottolinea che “è severamente vietata l’entrata di attività religiose nel campus”, è un atteggiamento che dà precedenza ai concetti, senza cercare di capire che il Thanksgiving Day non è per nulla una festa religiosa, e la signora addetta al dormitorio non stava svolgendo “un’attività religiosa”.
La risposta dell’ateneo suggerisce anche un'altra idea: la “denuncia” dello studente è ragionevole (in ogni caso di buon cuore), al quale bisogna dar ragione. Questa è una cultura che diventa sempre più popolare negli atenei, e lo studente che vuole “denunciare” la signora addetta è incoraggiato proprio da questa cultura (in ogni caso, lui stesso non ha torto).
Questo caso ha subito suscitato clamore: tante persone sono rimaste sorprese e arrabbiate, perché questo gesto ha toccato i sentimenti del pubblico. Soltanto perché è una “festa straniera” deve essere “denunciata”? Allora cosa ne è del Capodanno (primo gennaio), della festa della donna, della festa dei bambini e della festa dei lavoratori? Tutte queste sono feste straniere; bisogna dunque metterle tutte al bando?
Siamo cresciuti con la compagnia e la consolazione di una serie di “feste”: alcune sono originarie della Cina, come ad esempio la festa del dragone, la festa delle lanterne, la festa di metà autunno; altre sono invece divenute popolari negli ultimi due secoli, come il Primo gennaio, la festa dei bambini, la festa della donna, la festa dei lavoratori. Negli ultimi 40 anni abbiamo assimilato diverse “feste occidentali”, considerandole persino una parte integrante della nostra vita. Davanti alla festa dei bambini o della donna, nessuno dà più importanza alla parola “internazionale”. Queste feste riflettono in qualche modo l’integrazione della Cina con il mondo.
Per quanto riguarda il Thanksgiving Day, tanti cinesi non sanno la sua precisa origine. Secondo diverse fonti, trovate anche su internet, è una festa popolare in Canada e negli Stati Uniti (in Europa non la si festeggia molto). All’inizio era un’occasione in cui i migranti ringraziavano il cielo e gli indios per averli aiutati durante i periodi difficili, motivo per cui la festa è “molto agricola”: si mangiano principalmente il tacchino e la zucca. Nel profondo, questa festa si combina bene con i valori dei cinesi, poiché nel lungo corso della storia la vita del popolo cinese è stata piuttosto dura.
I cinesi non rispettano rigorosamente le tradizioni del Thanksgiving Day, quindi non mangiano né il tacchino né la zucca, ma ne esaltano lo spirito: la gratitudine, è forse uno dei sentimenti di cui hanno più bisogno i cinesi. Le emoticon create per il Thanksgiving Day con forte gusto estetico, tipico delle persone di mezza età, sono un po’ fastidiose, ma rispetto allo studente che ha riportato il caso della signora addetta, questi amici di mezza età sono piuttosto simpatici.
L’Istituto di tecnologia di Harbin (succursale di quello di Shenzhen) è una delle migliori università del nord-est della Cina, ma la reazione all’evento da parte di quello studente e dell’università sono davvero preoccupanti. Secondo quanto riportato dai media, nel 2018 il voto medio per l’iscrizione ad Harbin ha superato quello della sede centrale. Shenzhen come città è più attraente di Harbin, questo è certo un fattore da non sottovalutare, ma il fatto che la succursale abbia superato quella centrale è piuttosto sorprendente. Forse i tanti genitori e studenti pensano che la nuova sede rappresenti apertura e tolleranza, maggiori opportunità, mentre la vecchia sede continua a rimanere immersa in un clima conservatore e chiuso.
L’interpretazione radicale di quello studente mostra un atteggiamento di questo tipo: una persona chiusa in sé stessa, che spalanca gli occhi ed è alla continua ricerca per identificare chi sia il nemico e chi il compagno, eliminando il nemico e avendo sempre meno cose belle nel cuore. Boicottare il Natale perché all’interno ci sono dei “fattori religiosi”; boicottare San Valentino perché coinvolge i sentimenti tra uomo e donna; boicottare il Thanksgiving Day perché è “occidentale”. Alla fine ci saranno sempre meno soggetti da boicottare, e rimarranno le cose meno importanti: rimarrà da “boicottare” solo questo gesto in sé, questa abitudine del pensiero, la cui conseguenza è un continuo restringimento.
Tutto ciò è davvero il fatto preoccupante. In un giovane brillante, ciò che è più prezioso è un cuore gentile e aperto, piuttosto che alla continua ricerca dei nemici. Al posto della parola “riportare” (反映 fanying) il giovane ha scritto “reagire” (反应 fanying) (le due parole in cinese hanno la stessa pronuncia, i giovani di oggi spesso sbagliano nella scrittura). Forse è un errore di battitura, ma ne riflette in qualche modo la natura. Se una persona perde la mente aperta e la capacità di pensare, finisce per essere come un animale che “reagisce” per istinto, e non possiede più i sentimenti e la capacità di espressione (“riflettere”) caratterizzanti l’essere umano.
Un sacerdote cinese che vive in Germania, commenta dicendo: “Durante il Capodanno cinese, la televisione di Stato trasmette sempre gli auguri giunti dagli altri Paesi nel mondo. Ad esempio, la Tour Eiffel di Parigi si accende sempre di luce rossa, e così anche lo Empire State Building di New York. Eppure, alcuni nostri media ci incoraggiano a non festeggiare le feste occidentali, ma vogliono che gli altri festeggino le nostre feste. Così facendo non pensano di contraddire la nostra tradizionale virtù della reciprocità, oscurando la nostra immagine di un ‘Paese delle cerimonie’?
08/09/2020 11:29