Hanoi vuole entrare nel Wto per consolidare la crescita economica
Il Paese è cresciuto dell'8,4% nel 2005 e aumentano gli investimenti esteri. Gli ostacoli: diffusa corruzione, pesante burocrazia, scioperi dei lavoratori mal pagati, offese alla libertà religiosa.
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) Il Vietnam vuole entrare nell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) entro il 2006, per consolidare la sua forte crescita economica. Ma deve affrontare problemi strutturali come la corruzione, la mancanza di infrastrutture e servizi, una pesante burocrazia e le proteste di lavoratori sotto pagati.
Nel 2005 il Prodotto interno lordo è cresciuto dell'8,4%, nonostante gravi calamità naturali e l'influenza aviaria (che ha danneggiato l'importante settore avicolo). Le esportazioni sono aumentate in valore del 21,6% e gli investimenti diretti esteri almeno del 40%. "Vogliamo mantenere dice il premier Phan Van Khai al South China Morning Post una crescita di almeno l'8% annuo" e "portare il Paese a un reddito annuo di 1.000 dollari Usa pro capite entro il 2010".
Nel gennaio 2006 la produzione industriale è aumentata del 21% e il settore servizi del 25% rispetto al gennaio 2005. L'inflazione è tuttavia elevata, con un aumento dell'indice dei prezzi al consumo del 1,2% a gennaio (+1,4% per gli alimentari). Il 76% della popolazione ancora fa l'agricoltore.
La produzione è divisa tra le grandi ditte estere e una miriade di piccole e medie imprese locali, specializzate nel coprire le nicchie trascurate dalle grosse compagnie, cui sono, quindi, funzionali.
"La nostra politica prosegue Phan Van Khai consiste, da una parte, nella promozione delle imprese private, e, dall'altra, nell'aumentare con rapidità l'efficienza del settore economico statale. Le risorse estere sono molto importanti per noi e cerchiamo di creare una situazione sempre più favorevole per questi investimenti". Il governo ha ridotto le tasse all'importazione di componenti elettronici (da 9,57% a 6,31%) e ha così reso la produzione meno costosa che in occidente. Ciò ha favorito la presenza delle maggiori ditte elettroniche mondiali. Il 28 febbraio la Intel, che produce computer, ha annunciato l'impiego di 300 milioni di dollari per costruire una fabbrica con 1.200 dipendenti vicino a Ho Chi Minh City, tenere corsi di computer a oltre 30 mila insegnanti e aiutare il governo a diffonderne l'uso nelle campagne.
Gli investimenti esteri (da Stati Uniti, Europa, Giappone e Corea del Sud) dipendono soprattutto dal minimo costo della manodopera. Un maglione qui prodotto costa 3 dollari e viene rivenduto a 43 dollari negli Stati Uniti. In Vietnam un operaio guadagna 35-45 dollari al mese (in Cina la paga base è di 63 dollari) e il salario è fermo dal 1999. Alla fine del 2005 molti lavoratori delle ditte estere sono scesi in sciopero e hanno ottenuto aumenti di paga, maggiore igiene e sicurezza sul lavoro e migliori pasti nella mensa aziendale.
La diffusa corruzione ha portato a numerosi arresti e processi contro funzionari pubblici, fino all'arresto nell'ottobre 2005 di Luong Cao Khai, capo della Sezione anticorruzione del dipartimento Ispezioni del governo. Il funzionario è accusato di avere preso tangenti dalla Petro Vietnam, ditta petrolifera statale, già sotto indagine e affidata al controllo di questo dipartimento. Il 28 novembre 2005 l'Assemblea nazionale ha approvato una nuova legge che prevede pene severe, anche capitali, per chi si appropria di denaro pubblico e che obbliga i funzionari dello Stato e i loro parenti a denunciare il patrimonio e a dimostrarne la provenienza.
Il Paese è attivo in politica estera: nel 2005 ci sono state la 1° visita di un premier vietnamita negli Stati Uniti e scambi di visite con Pechino. Il 4 gennaio 2006 il ministro vietnamita degli Esteri ha annunciato l'apertura del primo tratto dell'autostrada a 8 corsie che porterà in meno di 5 ore da Hanoi a Nanning, capoluogo dell'industrializzato Guangxi.
Per consolidare la crescita economica, il Vietnam vuole entrare nel Wto. "Sono convito spiega Phan Van Khai che l'ammissione al Wto renderà il Vietnam ancora più interessante e porterà maggiori investimenti e opportunità di commercio per gli investitori stranieri".
Ma Hanoi deve superare l'opposizione degli Stati Uniti. Un eventuale accordo deve essere approvato dal Congresso Usa, ma molti parlamentari preannunciano che vogliono garanzie sulla libertà religiosa. A novembre il Dipartimento di Stato Usa ha inserito il Vietnam tra gli 8 "Paesi di speciale preoccupazione per la libertà religiosa". Tra questi ci sono la Cina, già membro del Wto, e l'Arabia Saudita, ammessa quest'anno, per cui molti esperti ritengono che il governo Usa non porrà un veto. Nel 2005 le esportazioni dal Vietnam agli Stati Uniti sono state di 6,5 miliardi di dollari. (PB)
23/07/2020 11:33