Hanoi contro internet: fuorilegge parlare di politica e cronaca sul web
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) - È entrata in vigore l'ultima, controversa legge in materia di web e internet disposta dalle autorità vietnamite, che impedisce a blogger e utenti di social network di discutere di politica o di eventi legati alla cronaca. La norma - il Decreto 72, firmato dal premier ai primi di agosto - consente di postare solo "informazioni di carattere personale" e punisce chiunque si occupi di "affari correnti" o notizie "sensibili" per la vita dello Stato. Inoltre, agli internet provider è affidato il compito di bloccare argomenti "contro il Vietnam" o che possano mettere a repentaglio "la sicurezza nazionale".
Il provvedimento governativo sul web impone limiti e restrizioni anche per le compagnie straniere, fra cui l'obbligo di mantenere i server all'interno dei confini nazionali del Vietnam, garantendo in questo modo un maggiore controllo. Inoltre, il testo non definisce con precisione i termini entro i quali si verifica la "violazione" della legge, lasciando così ampio margine interpretativo e mani libere alle autorità per intervenire e punire.
Attivisti pro-diritti umani e organizzazioni internazionali hanno criticato con fermezza la nuova legge, perché di fatto rappresenta "la più imponente offensiva contro la libertà di informazione" dal giro di vite sul web imposto dal Primo Ministro nel 2011. Solo nel 2013 decine di attivisti, fra cui molti blogger, sono stati fermati e incriminati per attività contro lo Stato.
Il gigante del web Asia Internet Coalition, gruppo che rappresenta compagnie come Google e Facebook, ha sottolineato che il decreto "mette un freno all'innovazione e scoraggia gli uomini d'affari dall'operare in Vietnam".
Giudicata "nemica di internet" dal rapporto 2013 di Reporter senza frontiere (Rsf), in cui si piazza al 172mo posto su 179 nazioni, la leadership comunista di Hanoi impedisce la nascita di giornali e tv privati: gli unici media autorizzati sono quelli che appartengono allo Stato. Per questo molti cittadini preferiscono usare la Rete e i social network per trovare le informazioni. La norma ha già scatenato una violenta ondata di proteste sul web, ma senza successo. Il Vietnam è il secondo Paese al mondo più rigido e inflessibile nella punizione dei blogger e dei cyber-dissidenti, avendo arrestato e condannato almeno 35 persone negli ultimi tempi per "reati" legati alla Rete.