Hanoi continua a vedere la libertà religiosa come una sfida
di Trung Tin
E’ quanto afferma l’annuale rapporto del Dipartimento di Stato sulla libertà religiosa nel mondo. Il documento riconosce che ci sono dei miglioramenti nell’atteggiamento del governo vietnamita, ma restano “violazioni”, come nei casi di mancata restituzione dei terreni a parrocchie cattoliche.
Hanoi (AsiaNews) - Il governo vietnamita “pensa alle attività religiose come una sfda all’autorità del governo stesso e del Partito comunista”; ciò malgrado, è migliore, in generale, il rispetto della libertà religiosa, anche se ci sono ancora “violazioni” e i gruppi religiosi incontrano “difficoltà e limitazioni nell’organizzare attività religiose”. E’ quanto afferma l’annuale Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo, diffuso dal Dipartimento degli affari esteri degli Stati Uniti il 26 ottobre.
Il rapporto ha suscitato la protesta del Ministero degli esteri di Hanoi, con la consueta affermazione che Washington interferisce negli affari interni del Vietnam.
“Continuano a ridursi - si legge nel rapporto statunitense - le violazioni della libertà religiosa in Vietnam, ma alcune organizzazioni religiose non sono riconosciute dalle autorità e il governo prosegue nella persecuzione e nella sopraffazione contro tali gruppi”. Scendendo ai casi concreti, il documento rileva che “il governo non ha restituito I terreni della parrocchia di Tam Toa, nella diocesi di Vinh, della parrocchia di Ly Loan a Hue, della parrocchia di Thai Ha e della ex delegazione apostolica a Hanoi”.
“L’ambasciata degli Stati Uniti e il consolato a Ho Chi Minh City hanno un regolare dialogo con alti funzionari del governo vietnamita per promuovere sempre di più la libertà religiosa e abituali incontri con gli esponenti religiosi, compresei quelli che sono sotto la censura governativa”.
In effetti, in generale il governo ha compiuto passi per allargare l’Ordinanza sulle convinzioni e le religioni del 2004. Nel 2008 e nel 2009 alcune organizzazioni religiose sono state riconosciute e autorizzate. Così è per la Caritas, ma restano diversi problemi nell’applicazione dell’Ordinanza in provincia. Le organizzazioni religiose locali subiscono limitazioni, impedimenti o difficoltà da parte delle autorità locali.
Negli ultimi tempi, le autorità provinciali hanno usato la forza per porre termine alle controversie e alle riunnioni di parrocchie cattoliche, di buddisti e di gruppi protestanti nella provinca di Tra Vinh e nel Nordest. Le controversie con i cattolici, in particolare, non sono ancora state risolte e quando i cattolici si riuniscono per pregare, le autorità hanno usato la forza per impedirlo.
Il 14 ottobre la stessa ambasciata Usa ha dichiarato che “il governo locale ha usato la forza contro i monaci del monastero di Bat Nha, nella provincia di Lam Dong e il governo non li ha protetti dagli attacchi. Ciò è contrario agli impegni del governo vietnamita e a quanto riconosciuto a livello internazionale riguardo ai diritti umani e al rispetto della legge”.
Dal 2006 gli Stati Uniti hanno tolto il Vietnam dall’elenco dei “Paesi con particolare preoccupazione” in materia di rispetto della libertà religiosa, ma, a volte, alcuni membri del Conhresso hanno chiesto al presidente Obama di ricollocare il Vietnam nell’elenco. Attualmente la lista dei Paesi che violano gravemente la libertà religiosa comprende Cina, Myanmar, Eritrea, Iran, Corea del Nord, Arabia Saiduta, Sudan e Uzbekistan.
Gli Stati Uniti mantengono il dialogo con il Vietnam per incrementare le aree dei diritti umani e della libertà religiosa. Michael Posner, sottosegretario di Stato Usa per la democrazia, i diritti umani e il lavoro, ha intenzione di visitare il Vietnam in un prossimo futuro.
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