Hanoi, l'ennesima campagna contro i membri corrotti del partito
Da tempo la credibilità del governo e della finanza è macchiata da accuse di appropriazione indebita; il paese intende acquistare maggiore credibilità per entrare nel WTO.
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) Il governo vietnamita dichiara per l'ennesima volta guerra alla corruzione e intende frenare il dilagare di un fenomeno che coinvolge ricchi uomini d'affari e quadri del partito: l'ultimo scandalo ha coinvolto il viceministro del commercio Mai Van Dau e il figlio Mai Thanh Hai, arrestati con l'accusa di coinvolgimento in un giro di corruzione multimiliardario.
Entro la fine del prossimo anno il paese vuole entrare nell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO): per raggiungere l'obiettivo esso intende far crescere le proprie credenziali in campo economico e arrestare il fenomeno delle "tangenti".
Le forze di polizia hanno arrestato il viceministro, il figlio, e altri 12 sospetti: egli avrebbe intascato 1 milione di dollari per garantire una fetta del mercato delle esportazioni negli stati Uniti ad alcune industria tessili.
Gli analisti affermano che il provvedimento indica un chiaro giro di vite nei confronti della corruzione in Vietnam. Negli ultimi anni il governo ha più volte dichiarato di voler fermare il sistema di corruzione dilagante, considerato "parte integrante del settore del commercio e dell'economia". Il governo sta svolgendo, con l'aiuto della Svezia, un'indagine a livello nazionale per capire quanto sia radicata la cultura della bustarella nel paese: i risultati dovrebbero arrivare entro il prossimo anno e, in contemporanea, il governo introdurrà una legge contro la corruzione. I vertici del partito comunista vietnamita temono che le accuse potrebbero minare la stabilità politica del paese. Da tempo la credibilità del governo, del partito e di alcune importanti compagnie statali è macchiata da accuse di appropriazione indebita.