Hanoi, in piazza per celebrare gli “eroi” anti-cinesi delle Spratly
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) - Gruppi di attivisti hanno promosso una manifestazione in chiave anti-cinese per le vie di Hanoi ieri pomeriggio, nell'anniversario della battaglia navale per le isole Spratly durante la quale sono morti 64 soldati vietnamiti. Vietnam e Cina sono da tempo impegnate in un confronto serrato sui confini attorno all'arcipelago delle Spratly e delle Paracel, nel mar Cinese meridionale, reclamate da entrambi i Paesi per lo sfruttamento delle risorse racchiuse nel sottosuolo - petrolio e gas naturali - e i proventi derivanti dalla pesca.
Gli storici di Hanoi rivendicano il possesso delle isole "sin dal XVII° secolo"; tuttavia, un attacco della marina cinese fra il 17 e il 19 gennaio 1974 ha permesso la conquista - e il controllo - delle Paracel. Nel 1988 segue l'assalto alle Spratly, durante il quale le navi di Pechino aprono il fuoco uccidendo 64 guardie di confine vietnamite e occupando sette piccole porzioni di terraferma. Per i nazionalisti di Hanoi, le vittime dell'assalto sono considerate a tutti gli effetti degli "eroi".
Ieri per le vie della capitale vietnamita una ventina di persone ha depositato corone di fiori con la scritta "il popolo non dimenticherà mai" ai piedi della statua di Ly Thai To, fondatore di Hanoi e convinto nazionalista, nel centro della città. Si tratta della prima manifestazione anti-cinese del 2013, dopo una serie di dimostrazioni di piazza registrate lo scorso anno e soppresse a forza dalla polizia. Alternando diversi brani al violino, l'attivista Ta Tri Hai (nella foto) ha espresso la speranza che la cerimonia possa "rinvigorire il patriottismo [e celebrare] mille anni di storie di combattimenti contro invasioni straniere, contro la Cina".
In passato le manifestazioni dei patrioti vietnamiti hanno rappresentato anche una critica aperta verso il governo di Hanoi, per l'atteggiamento "accondiscendente" nei confronti di Pechino. Nel 2011 a più riprese attivisti, intellettuali e membri della società civile sono scesi in piazza intonando slogan e brandendo cartelli e manifesti. Tuttavia, il regime comunista ha represso con la forza le dimostrazioni, compiendo arresti e perquisizioni in abitazioni private (cfr. AsiaNews 22/08/2011 Mar Cinese meridionale: Hanoi contro le proteste, arrestati 50 manifestanti anticinesi).
Fra le nazioni della regione Asia-Pacifico, la Cina è quella che avanza le maggiori rivendicazioni in materia di confini marittimi nel mar Cinese meridionale. Le isole Spratly e Paracel, quasi disabitate, sono assai ricche di risorse e materie prime. L'egemonia nell'area riveste un carattere strategico per il commercio e lo sfruttamento di petrolio e gas naturale racchiusi nel fondo marino. A contendere le mire espansionistiche di Pechino vi sono il Vietnam, le Filippine, la Malaysia, il sultanato del Brunei e Taiwan, cui si uniscono la difesa degli interessi strategici degli Stati Uniti nell'area. Filippine e Giappone in primis, ma anche Vietnam potrebbero diventare preziosi alleati in uno scenario di conflitto aperto nella regione Asia-Pacifico, dove negli ultimi mesi si sono registrati numerosi "incidenti" fra navi - militari o imbarcazioni di pescatori - battenti bandiere diverse.