Hanoi, famiglie dei cattolici incarcerati ai leader religiosi: pregate per la liberazione
di Paul N. Hung
Dieci famiglie della provincia di Nghệ An hanno scritto una lettera ai capi cattolici, protestanti e buddisti. Essi chiedono aiuto e preghiera, per ottenere il rilascio dei figli “sequestrati” dalla polizia. In tutto il Paese messe e veglie per la libertà religiosa in Vietnam. Redentoristi e Reporter senza frontiere sostengono la lotta dei genitori cattolici.
Hanoi (AsiaNews) – Dieci famiglie della provincia di Nghệ An hanno inviato una lettera ai leader religiosi vietnamiti, chiedendo di pregare per il “sequestro” dei loro figli da parte della polizia. Tra questi vi sono sei giovani, detenuti nella prigione B14 a Thanh Trì, distretto della capitale Hanoi. Le autorità li hanno imprigionati con l’accusa di aver tentato di “sovvertire il governo del popolo” e ai parenti non sono finora giunte notizie sulle loro condizioni di salute. Nell’ultimo mese sono stati arrestati 15 giovani cattolici, imprigionati senza alcun processo. Finora ne sono stati rilasciati tre, ma gli altri 12 restano in carcere in attesa di comparire davanti ai giudici.
I genitori rivendicano l’innocenza dei loro figli, sottolineando che in passato hanno partecipato ad attività caritative e sociali di pubblica utilità promosse dalla chiesa e dalla parrocchia. A testimonianza del legame che nutrono per il Vietnam, i ragazzi hanno anche seguito dei brevi corsi di preparazione per servire al meglio la madrepatria. Tuttavia, per le autorità di Hanoi avrebbero cospirato per far cadere governo e partito comunista, mediante il metodo “della non-violenza” (cfr. AsiaNews 29/08/2011, Hanoi: presto a processo gli attivisti e studenti cattolici arrestati). In realtà i giovani manifestavano contro le confische dei terreni della Chiesa e la “sudditanza” dell’esecutivo verso Pechino, nella disputa sui confini nel Mar cinese meridionale.
Rivolgendosi ai leader buddisti, cattolici, protestanti e ai media vietnamiti e internazionali, i parenti dei ragazzi imprigionati scrivono: “Crediamo che le vostre ardenti preghiere arriveranno a Dio. Solo Dio potrà salvare i nostri figli – aggiungono gli autori della lettera – e risollevarli dall’oppressione e dall’ingiustizia”. “Le vostre preghiere – proseguono i genitori – aiutano i nostri figli ad accettare le privazioni fisiche e la prigionia, mantenendo salda la loro e la nostra fede e gli ideali”.
Il network giovanile vietnamita The Lên Đường si unisce al coro di protesta dei genitori, denuncia “gli arresti e le violazioni del governo comunista del Vietnam” e chiede “il rilascio senza condizioni dei giovani patrioti”. Al loro appello si aggiunge quello dei Redentoristi vietnamiti e di Reporter senza frontiere (Rsf), che invitano il governo a non usare metodi “terroristici” per intimidire i cittadini.
Intanto in moltissime parrocchie e chiese di tutto il Vietnam, da Ho Chi Minh City ad Hanoi, alla provincia di Nghệ An continuano le messe e le veglie di preghiera dei fedeli per il rilascio dei giovani arrestati e la libertà religiosa nel Paese.
I genitori rivendicano l’innocenza dei loro figli, sottolineando che in passato hanno partecipato ad attività caritative e sociali di pubblica utilità promosse dalla chiesa e dalla parrocchia. A testimonianza del legame che nutrono per il Vietnam, i ragazzi hanno anche seguito dei brevi corsi di preparazione per servire al meglio la madrepatria. Tuttavia, per le autorità di Hanoi avrebbero cospirato per far cadere governo e partito comunista, mediante il metodo “della non-violenza” (cfr. AsiaNews 29/08/2011, Hanoi: presto a processo gli attivisti e studenti cattolici arrestati). In realtà i giovani manifestavano contro le confische dei terreni della Chiesa e la “sudditanza” dell’esecutivo verso Pechino, nella disputa sui confini nel Mar cinese meridionale.
Rivolgendosi ai leader buddisti, cattolici, protestanti e ai media vietnamiti e internazionali, i parenti dei ragazzi imprigionati scrivono: “Crediamo che le vostre ardenti preghiere arriveranno a Dio. Solo Dio potrà salvare i nostri figli – aggiungono gli autori della lettera – e risollevarli dall’oppressione e dall’ingiustizia”. “Le vostre preghiere – proseguono i genitori – aiutano i nostri figli ad accettare le privazioni fisiche e la prigionia, mantenendo salda la loro e la nostra fede e gli ideali”.
Il network giovanile vietnamita The Lên Đường si unisce al coro di protesta dei genitori, denuncia “gli arresti e le violazioni del governo comunista del Vietnam” e chiede “il rilascio senza condizioni dei giovani patrioti”. Al loro appello si aggiunge quello dei Redentoristi vietnamiti e di Reporter senza frontiere (Rsf), che invitano il governo a non usare metodi “terroristici” per intimidire i cittadini.
Intanto in moltissime parrocchie e chiese di tutto il Vietnam, da Ho Chi Minh City ad Hanoi, alla provincia di Nghệ An continuano le messe e le veglie di preghiera dei fedeli per il rilascio dei giovani arrestati e la libertà religiosa nel Paese.
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