Hamas, l'era della legge islamica nel pieno controllo di Gaza
Ramallah (AsiaNews/Agenzie) – Dopo una settimana di violenze che hanno lasciato sul campo più di 100 morti, Hamas ha conquistato il pieno controllo della Striscia di Gaza. Ieri sera i militanti hanno espugnato il palazzo presidenziale, l’ultimo vero bastione di Fatah. Il precipitare degli eventi ha spinto il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen (Mahmud Abbas), sotto pressione per la sua posizione poco decisa nei confronti della crisi, a sciogliere il governo e proclamare lo stato di emergenza mettendo fuorilegge le milizie di Hamas; ha poi annunciato il ricorso a elezioni anticipate e - sembra nell’aria - a chiedere l'invio a Gaza di una forza internazionale.
Nella notte i combattenti hanno festeggiato la vittoria sparando colpi di kalashnikov dai tetti di Gaza esultando per la “liberazione” del territorio dal partito Fatah, ritenuto “collaboratore” di Usa ed Israele. “Stiamo dicendo alla nostra gente che il passato è finito e non tornerà – ha detto Islam Shahawan, un portavoce dell’ala armata di Hamas – l’era della giustizia e della legge islamica è arrivata”.
Analisti notano ormai l’effettiva divisione di Gaza dalla Cisgiordania. Lo scenario di un “Hamas-stan” guidato dal radicalismo islamico, separato da un “Fatah-stan”, più ampio e moderato, fa tremare la comunità internazionale, mentre gli Stati arabi hanno fatto un appello alla calma, avvertendo che gli scontri nella Striscia minacciano la causa palestinese. L’ormai ex premier del defunto governo di unità nazionale, Ismail Haniyeh ha, però, subito rassicurato: “La Striscia di Gaza è una parte indissociabile della patria e i suoi abitanti costituiscono una parte indissociabile del popolo palestinese. No, quindi, a uno Stato nella Striscia solamente, perché lo Stato è un insieme che non può essere diviso”. Il politico, esponente di Hamas, ha poi definito “precipitose” le decisioni di Abbas.
Analisti e uomini di intelligence leggono le recenti violenze nel campo profughi palestinese di Nahar el Bared, in Libano, e gli scontri nella Striscia come parte di una rinnovata offensiva regionale in chiave anti-Usa e anti-israeliana, guidata da Damasco e Teheran; entrambi i regimi sostengono finanziariamente Hamas.