Haiti, più di 100mila vittime, tragedia peggiore dello tsunami
La Croce rossa parla di 3 milioni di persone fra morti, feriti e senzatetto. I sopravvissuti scavano a mani nude fra le macerie alla ricerca di parenti e amici. Mancano medici e medicine, la gente intona canti tradizionali e preghiere. Fonti di AsiaNews: situazione drammatica, impossibile sapere il numero delle vittime.
Port-au-Prince (AsiaNews) – Sono decine di migliaia, forse 100mila le vittime del devastante terremoto di magnitudo 7 che ha colpito Haiti lo scorso 12 gennaio, alle 16.53 ora locale (le 22.53 in Italia). Decine le scosse di assestamento, anche di forte intensità, che sono seguite. La macchina degli aiuti si è messa in moto per portare i primi soccorsi, ma la situazione appare drammatica. Fonti di AsiaNews a Port-au-Prince confermano che mancano “medici e medicine” e il numero esatto delle vittime “non si saprà mai”.
I morti, secondo alcune voci, potrebbero addirittura superare la tragedia dello tsunami, che nel dicembre 2004 ha causato più di 230mila vittime in tutta l’Asia. Jean Max Bellerive, premier di Haiti, dubita che i morti “siano inferiori a 100mila”. In precedenza il presidente René Préval, il cui palazzo ha subito seri danni, aveva parlato di “migliaia” di decessi. “Il parlamento è crollato – conferma il presidente haitiano – alcuni ospedali sono crollati. Molte scuole sono piene di cadaveri”.
La Croce rossa parla di 3 milioni di persone morte, ferite o senza casa. Non vi sono segnali di operazione coordinate di soccorso, per le persone intrappolate sotto le macerie degli edifici sbriciolati dal sisma. I sopravvissuti sono sconvolti e non vogliono tornare nelle proprie abitazioni, per il timore di nuove scosse, e restano all’aperto in ripari di emergenza. La gente per strada intona canti tradizionali e prega per le vittime. “Cantano perché chiedono a Dio di fare qualcosa. Vogliono che Dio li aiuti. Tutti noi lo vogliamo” afferma Dermene Duma, dipendente dell’hotel Villa Creole, che ha perso quattro familiari.
Il presidente Usa Barack Obama ha parlato con il segretario generale Onu Ban Ki-moon e i presidente di Brasile, Canada, Messico e Cile per avviare una azione di aiuti ad Haiti. Stati Uniti, Cina, Taiwan e Unione europea hanno allestito squadre di soccorso; organizzazioni non governative hanno offerto tende, acqua potabile e altri generi di prima necessità.
Fonti cattoliche di AsiaNews nella capitale riferiscono di persone “che scavano a mani nude fra le macerie alla ricerca di familiari”. Dalle case e dagli edifici pubblici crollati “giungono ancora lamenti e richieste di aiuto”. Ad aggravare il bilancio della tragedia vi è l’abusivismo edilizio e il mancato rispetto degli standard minimi di sicurezza. “Haiti è un Paese poverissimo – spiegano – e il 90% delle abitazioni è costruita malissimo”.
Al momento l’unico ospedale operativo è quello dei soldati Onu argentini, ma “non ha più posti disponibili. Mancano medici e medicine, la realtà è drammatica”. Il quartier generale delle Nazioni Unite, un edificio di cinque piani, è stato raso al suolo dal sisma, il più potente nella repubblica caraibica in oltre un secolo.
“È impossibile una stima esatta dei morti” conclude la fonte. In una baraccopoli della capitale, ufficialmente, vi sarebbero “circa 70mila abitanti. Da un censimento che abbiamo condotto in passato, il numero delle persone superava le 120mila e avevamo controllato solo la metà delle famiglie. Il numero dei morti non si saprà mai”.
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