Gujarat: scagionata la comunità musulmana per il rogo del treno del 2002
Lo affermano i risultati dell'inchiesta presentati dalla Commissione di indagine federale. Durissima la reazione indù: "Appena il rapporto entra in Parlamento ripartiranno le violenze".
New Delhi (AsiaNews/Scmp) Sono "totalmente false" le accuse di aver incendiato un treno e aver ucciso 59 persone nel 2002, lanciate dai fondamentalisti indù contro la minoranza musulmana del Gujarat.
Lo affermano i risultati dell'inchiesta condotta dalla Commissione d'indagine federale sull'incendio avvenuto il 27 febbraio 2002 sui binari della ferrovia nei pressi della cittadina di Godhra.
Subito dopo la tragedia le frange nazionaliste indù avevano addossato la colpa alla comunità musulmana e scatenato una guerriglia costata la vita a circa mille persone, per la maggior parte islamici.
"Il fuoco non venne appiccato da nessuno scrive Umesh Chandra Banerjee, ex giudice della Corte Suprema e capo della Commissione né vi sono tracce di cospirazione da parte della minoranza. E' stato un incidente".
"Falsa" anche la presunta presenza di una folla inferocita di musulmani sul luogo dell'incidente. "Non c'era nessuno, solo qualche passante che ha cercati di dare una mano" ed è "inaccettabile" la ricostruzione della dinamica presentata all'epoca da una commissione indipendente composta da membri del Bharatiya Janta Party [Bjp, partito nazionalista indù al governo all'epoca dei fatti ndr].
Secondo i fondamentalisti, infatti, le porte erano state chiuse dal di fuori per impedire la fuga dei passeggeri. "Se fosse vero conclude Banerjee come hanno fatto a salvarsi le altre 150 persone presenti sul vagone?".
Lalu Prasad Yadav, ministro indiano delle Ferrovie e dei Trasporti, ha dichiarato di voler presentare entro la settimana il documento al Parlamento federale.
Durissime le reazioni della comunità indù: "Vi saranno scontri violenti dice un anonimo leader indù nel momento stesso in cui il rapporto entra in Parlamento".
Per Arun Jaitley, ex ministro federale ed alto esponente del Bjp, è una questione di legittimità giuridica: "Chi è innocente e chi è colpevole lo decide una corte, non il ministro dei Trasporti"