Guangzhou, la polizia attacca un corteo di contadini: arresti e feriti gravi
I cittadini di Xingtan si sono spostati nella capitale della ricchissima provincia del Guangdong per protestare contro il furto dei loro terreni: due ricoverati in gravi condizioni, dozzine di feriti e 10 arresti.
Guangzhou (AsiaNews/Rfa) La polizia di Guangzhou (Canton) ha attaccato un gruppo di cittadini cinesi che protestava contro la requisizione delle loro terre ad opera dello Stato: due persone sono state ricoverate per ferite gravi, mentre dozzine di altri sono stati picchiati con violenza. Lo denunciano alcuni residenti locali.
Alle 10.30 del mattino del 15 ottobre scorso, circa 900 residenti della municipalità di Xingtan si sono recati davanti agli uffici amministrativi della capitale della ricchissima provincia meridionale del Guangdong per protestare contro l'esproprio delle loro terre.
La sera stessa, le autorità hanno mobilitato oltre 2mila agenti di polizia in tenuta anti-sommossa e li hanno inviati sul posto con l'ordine di caricare i manifestanti su degli autobus e rimandarli a casa. Uno di loro anonimo per motivi di sicurezza racconta: "Sono arrivati all'improvviso ed hanno iniziato a picchiare tutti coloro che si trovavano lì: anche le donne, i bambini, gli anziani".
Durante l'operazione "la polizia ha accecato uno di noi con qualcosa di appuntito ed ha rotto il piede ad un altro: 10 o 20 sono stati feriti in maniera grave". Un altro abitante di Xingtang, Luo, aggiunge: "Dopo lo sgombero, gli agenti hanno arrestato 10 di noi: fra questi, mio fratello e due rappresentanti del villaggio presso il Congresso popolare".
Gli abitanti non si sono arresi: costretti a tornare a casa, hanno continuato a protestare davanti agli uffici amministrativi locali. Alcuni di loro hanno preso un treno per portare la petizione dei cittadini a Pechino, ma "i funzionari della capitale continua Luo sono apatici e non credo vorranno aiutarci".
Quest'ultima protesta sociale è coincisa con la visita del premier cinese Wen Jiabao alla Fiera del commercio di Guangzhou: proprio Wen ha avvertito più volte la leadership cinese che "la requisizione illegale di terre nelle zone rurali del Paese può condurre all'instabilità sociale".
Le proteste sociali nascono da uno squilibrato ed ingiusto sviluppo economico: in nome dell'avanzamento industriale ed urbano, almeno 40 milioni di contadini sono stati privati della terra ed ora la maggior parte vive povera e senza lavoro. Circa 120 milioni di abitanti, senza impiego nelle zone rurali, sono divenuti migranti che lavorano sottopagati nelle industrie, nei ristoranti e nei cantieri edili. Sono molto richiesti come mano d'opera, in special modo nelle ricche aree costiere, ma sempre più spesso finiscono vittime di abusi da parte dei datori di lavoro. La mancanza di rispetto per la legge da parte di membri del Partito ed autorità locali porta all'esasperazione e agli scontri.
Secondo Zhou Yongkang, ministro della Pubblica sicurezza, le proteste di massa sono in aumento nel paese: nel 1994 erano 10 mila; nel 2004 sono state oltre 74 mila. Nel 2005 sono avvenute in Cina oltre 87 mila proteste pubbliche. Ogni giorno Pechino registra fra le 120 e le 230 manifestazioni, in prevalenza nelle zone rurali, che sempre di più assumono carattere violento.