Guangxi, la polizia spara sulla folla che difende le proprie case
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Durante una protesta a Longyatun (Guangxi) avvenuta il 12 gennaio scorso, la polizia ha sparato sulla folla ferendo almeno 5 dimostranti, radunati per impedire l’esproprio coatto delle loro case e terreni per farci “opere pubbliche”.
I poliziotti dicono di avere agito per autodifesa, quando i dimostranti li hanno circondati e assaliti con bastoni e coltelli e osservano che anche 11 agenti sono finiti in ospedale e un’auto è stata bruciata. I dimostranti dicono che si sono soltanto rifiutati di lasciare le loro terre e che la polizia è intervenuta arrestando 12 dimostranti e intimando loro l’immediato sgombero. I residenti denunciano che l’esproprio ha fini speculativi e non di pubblica utilità.
Le notizie sono peraltro incerte: le fonti ufficiali escludono morti ma il popolare sito blog Tianya dice che la polizia ha usato manganelli elettrici e gas lacrimogeno, che ha causato almeno un morto e 6 feriti tra i residenti e che ha “trattenuto” almeno 50 dimostranti.
Nel Paese spesso il cittadino non ha difesa contro gli abusi delle autorità, che espropriano terreni e persino abitazioni per cederle a basso costo per la realizzazione di fabbriche o zone residenziali. I residenti, non ricevendo ascolto dalle autorità, si oppongono in modo fisico agli espropri e alle demolizioni forzate. Spesso interviene la polizia per cacciarli, scatenando scontri violenti.
La scorsa settimana ci sono stati un morto e numerosi feriti per scontri tra la polizia e contadini nel Jiangsu che hanno protestato contro l’esproprio coatto di terreni e fattorie. Dati ufficiali parlano di oltre 87mila proteste sociali esplose nel 2008 per ragioni economiche.