17/11/2006, 00.00
CINA
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Guangdong, centinaia di agenti attaccano un villaggio che ha bloccato funzionari comunisti

A Dongzhou, teatro del massacro del 6 dicembre scorso, sono tornati gli agenti anti-sommossa. Il governo teme una fuga di notizie: tagliate le linee telefoniche e le connessioni ad Internet della zona.

Guangzhou (AsiaNews) – Un anno dopo la rivolta popolare del villaggio di Dongzhou, che ha lottato con coraggio contro la corruzione della leadership comunista ed ha pagato con la morte di oltre 20 suoi abitanti, la polizia torna ad attaccarne i residenti.

Secondo Radio Free Asia, infatti, centinaia di poliziotti in tenuta anti-sommossa stanno circondando in queste ore il villaggio, nei pressi del porto meridionale di Shanwei, nel Guangdong, per liberare 8 rappresentanti del governo locale "rapiti" dagli abitanti che protestano contro l'arresto di un attivista. Uno degli abitanti, anonimo per motivi di sicurezza, conferma: "I poliziotti bloccano l'autostrada e continuano ad aumentare".

Questa nuova protesta nasce il 9 novembre scorso, quando la polizia locale arresta Chen Qian, attivista del posto, colpevole di appendere dei manifesti anti-corruzione per le strade del villaggio. I suoi concittadini cercano di ottenerne il rilascio, ma falliscono: per protesta, portano via con la forza 8 dirigenti comunisti di medio livello e propongono lo scambio. Questo viene rifiutato.

Uno dei "rapitori" spiega: "E' stato un gesto di protesta simbolica. Volevamo rilasciarli tutti subito, ma le autorità hanno rifiutato: ora li teniamo in custodia, ma vengono trattati bene". Un ufficiale della polizia locale non vuole commentare la situazione perché, dice, "sono i dirigenti ad occuparsene. Io non so nulla, neanche dei dettagli".

In ogni caso, sono state tagliate le linee telefoniche e le connessioni ad internet di tutta la zona. "Il governo – dice un abitante – teme una fuga di notizie come quella che si è verificata il 6 dicembre scorso, quando il Partito ha mandato oltre mille agenti a sparare contro la folla che protestava contro la corruzione dei leader".

All'epoca, proprio grazie alla grande copertura mediatica dell'evento, il governo locale è stato costretto ad ammettere che "per errore" alcuni suoi agenti "hanno sparato ed ucciso tre persone". Per i residenti, le vittime del massacro sono più di 20.

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