Guangdong, ancora rivolte per terreni espropriati
Tremila abitanti di Yilong si sono scontrati con 3mila poliziotti: chiedevano il risarcimento per la vendita delle loro terre, i cui ricavi sono stati intascati dalle autorità. Proteste e scontri causa di ingiustizie e corruzione sono sempre in aumento.
Guangzhou (AsiaNews/Agenzie) – Centinaia di abitanti si sono scontrati con le forze di polizia questo fine settimana in un villaggio vicino a Zhongshan (Guangdong). Gli abitanti accusano le autorità locali di aver loro sequestrato le terre senza dare in cambio alcun risarcimento.
Secondo la polizia “un piccolo numero di abitanti del villaggio di Yilong” ha attaccato un parco industriale nella mattina di sabato 12 novembre “combattendo, distruggendo, razziando e appiccando il fuoco”.
Altri media e blog di attivisti affermano invece che almeno 3 mila persone si sono scontrati con altrettanti poliziotti. La battaglia e il braccio di ferro è durato fino a tarda serata. Alcune foto pubblicate su internet mostrano il corpo di una persona anziana apparentemente uccisa negli scontri. Ma la polizia nega vi sia stata alcuna vittima.
Gli abitanti di Yilong accusano l’ex segretario del villaggio di aver venduto la loro terra e di essersi tenuto i compensi. I terreni sono stati usati per costruire il parco industriale di Xiaolan Jinrui . Un blog scrive che “il governo non voleva per nulla pagare i compensi di 1,5 milioni di yuan per mu di terra (un mu è pari a circa 700 mq - ndr) e non volevano concludere alcun negoziato, hanno chiamato la polizia e hanno picchiato gli abitanti. Alla gente non è rimasta altra scelta che lo scontro”.
Il braccio di ferro fra gli abitanti di Yilong e il governo va avanti dallo scorso agosto. La popolazione è riuscita spesso anche a fermare gli operai che andavano a lavorare nel parco industriale, tanto che alcune ditte hanno deciso di chiudere le fabbriche per un certo periodo.
In Cina sono in aumento le proteste di massa per motivi economici, con migliaia di persone che scendono in piazza contro espropri forzati o per fatti di corruzione. Secondo Broge Bakken, professore di Sociologia all’Università Hong Kong, nel solo 2010 ci sono state almeno 127mila proteste di massa, rispetto alle 9mila di metà anni ’90. Le proteste, concentrate soprattutto nelle zone rurali, sempre più spesso avvengono pure nelle città, con scontri con la polizia. I leader cinesi da anni promettono tolleranza zero contro la corruzione, ma il fenomeno appare invece aumentare.
Secondo la polizia “un piccolo numero di abitanti del villaggio di Yilong” ha attaccato un parco industriale nella mattina di sabato 12 novembre “combattendo, distruggendo, razziando e appiccando il fuoco”.
Altri media e blog di attivisti affermano invece che almeno 3 mila persone si sono scontrati con altrettanti poliziotti. La battaglia e il braccio di ferro è durato fino a tarda serata. Alcune foto pubblicate su internet mostrano il corpo di una persona anziana apparentemente uccisa negli scontri. Ma la polizia nega vi sia stata alcuna vittima.
Gli abitanti di Yilong accusano l’ex segretario del villaggio di aver venduto la loro terra e di essersi tenuto i compensi. I terreni sono stati usati per costruire il parco industriale di Xiaolan Jinrui . Un blog scrive che “il governo non voleva per nulla pagare i compensi di 1,5 milioni di yuan per mu di terra (un mu è pari a circa 700 mq - ndr) e non volevano concludere alcun negoziato, hanno chiamato la polizia e hanno picchiato gli abitanti. Alla gente non è rimasta altra scelta che lo scontro”.
Il braccio di ferro fra gli abitanti di Yilong e il governo va avanti dallo scorso agosto. La popolazione è riuscita spesso anche a fermare gli operai che andavano a lavorare nel parco industriale, tanto che alcune ditte hanno deciso di chiudere le fabbriche per un certo periodo.
In Cina sono in aumento le proteste di massa per motivi economici, con migliaia di persone che scendono in piazza contro espropri forzati o per fatti di corruzione. Secondo Broge Bakken, professore di Sociologia all’Università Hong Kong, nel solo 2010 ci sono state almeno 127mila proteste di massa, rispetto alle 9mila di metà anni ’90. Le proteste, concentrate soprattutto nelle zone rurali, sempre più spesso avvengono pure nelle città, con scontri con la polizia. I leader cinesi da anni promettono tolleranza zero contro la corruzione, ma il fenomeno appare invece aumentare.
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