Grande prova di solidarietà; navi e aerei per portare aiuti
Jakarta (AsiaNews) L'Indonesia sta reagendo alla catastrofe trovando solidarietà tra i suoi cittadini. Si raccolgono fondi, la diocesi di Pontianak ha promesso un miliardo di rupie (oltre 80.100 euro), c'è chi si offre di andare a portare aiuto, c'è persino un "cessate il fuoco temporaneo", annunciato dal comandante dell'esercito, gen. Endriartono Sutarto, nei confronti dei ribelli del Movimento di liberazione dell'Aceh (GAM), in modo da consentire ad entrambi i contendenti di aiutare i compatrioti senza la preoccupazione di interferenze belliche.
Il vescovo di Pontianak , mons. Hieronymus Bumbun OFM, ha deciso di intervenire con un aiuto finanziario di almeno un miliardo di rupie: un gesto, ha spiegato oggi, motivato dalla compassione di Cristo per le vicende umane. Donazioni finanziari e aiuti materiali vengono raccolti e distribuiti tramite a Comitati organizzatori delle celebrazioni natalizie nei centri di soccorso. Il vescovo Bunbun ha anche esortato i cattolici del West Kalimantan (Borneo) ad innalzare bandiere nazionali, per unirsi alla manifestazione nazionale di tre giorni voluta, a partire da ieri, dal presidente Susilo Bambang Yudhoyono.
Manca l'elettricità, le linee di comunicazione e di trasporto terrestre sono state gravemente danneggiate dall'onda di 5-10 metri che ha sommerso Banda Aceh, capoluogo della provincia più duramente colpita, centro di produzione petrolifera. Il vicepresidente Jusuf Kalla ha parlato di almeno 1500 corpi, per lo più bambini ed anziani, sepolti in città, in un terreno di 3000 metri quadrati e di altre centinaia di corpi non riconosciuti che vengono trovati in ogni angolo della città. Il capo della Polizia di Aceh, Bahrumsyah, ha confermato che circa 300 agenti sono dispersi insieme con i loro due elicotteri. Nell'isolata Meulaboh city più di 100 uomini della brigata mobile della polizia di South Sumatra sono dispersi. Il vicepresidente Jusuf Kalla ha ipotizzato che il numero delle vittime dell'Aceh potrebbe arrivare a 10.000. E per migliaia di sopravvissuti c'è il rischio rappresentato dalla mancanza di medicine, cibo e acqua da bere. Lo Zainal Abidin Main Hospital soffre per la mancanza di personale sanitario, anche le infermiere sono "scomparse", e di medicine, mentre bende, disinfettanti e materiale sanitario sono in condizioni "veramente cattive", dopo essere stati in acqua per ore.
28/12/2004