"Grande dolore" del Papa per i nuovi atti terroristici in Iraq
Mons. Lajolo unisce nella "ferma condanna" anche gli attentati di Dahab e quelli in Terra Santa. "In nessun caso si può giustificare il ricorso alla violenza contro persone innocenti e non si può parlare di 'sacrificio' da parte degli attentatori, quale sia la motivazione che li spinge ad agire in tale disumano modo".
Città del Vaticano (AsiaNews) "Grande dolore" di Benedetto XVI per "il nuovo grave attentato di stamani, che colpisce giovani militari italiani, come anche un giovane rumeno, presenti in Iraq per dare un contributo generoso e disinteressato in favore della pace e della libertà in quel Paese" è espresso in un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, al ministro degli Esteri italiano, Gianfranco Fini. Ne ha dato notizia il "ministro degli esteri" vaticano, mons. Giovanni Lajolo nel corso di un'intervista alla Radio Vaticana, nel corso della quale ha unito in una stessa condanna anche il triplice attentato di Dahab e "i criminali atti terroristici della Terra Santa, che - ha detto - ci riempiono di orrore e di sdegno".
L'attentato di Dahab, ha detto, "ci riporta alla memoria altre due località turistiche egiziane colpite in passato: Taba, dove persero la vita 34 persone nell'ottobre 2004, e Sharm-el-Sheik, dove i morti furono più di 60, nel luglio 2005. Quello di Nassiriya di stamattina ci ricorda il sacrificio di 18 italiani (erano 12 carabinieri, 4 militari e 2 civili), avvenuto il 12 novembre 2003, nella stessa città. Ma la nostra attenzione è scossa dalle notizie provenienti dall'Iraq quasi quotidianamente di atti di crudele barbarie, che non sembrano cessare ed anzi funestano e ritardano il faticoso processo democratico in quel Paese. E non possiamo dimenticare anche i criminali atti terroristici in Terra Santa, che sempre ci riempiono di orrore e sdegno".
"Pur riconoscendo ha aggiunto - che le circostanze sono certamente diverse come diverse appaiono essere le menti che ordiscono tali azioni, comune e ferma deve essere la condanna di tutte. In nessun caso si può giustificare il ricorso alla violenza contro persone innocenti e non si può parlare di 'sacrificio' da parte degli attentatori, quale sia la motivazione che li spinge ad agire in tale disumano modo". Mons.Lajolo ha poi ricordato l'invito di Benedetto XVI "a estirpare dai cuori il sentimento di rancore, a contrastare ogni forma di intolleranza e ad opporsi a ogni manifestazione di violenza. Questo pensiero ha sottolineato mons. Lajolo - il Papa lo ha ripetuto non una volta soltanto; ed ha spesso insistito sulla necessità che sia la dignità della persona umana e la difesa dei suoi diritti a costituire lo scopo di ogni progetto sociale".
La Santa Sede, è la conclusione di mons.Lajolo, "resta sempre impegnata a collaborare nelle forme ad essa proprie con le diverse istanze internazionali per promuovere la pace e la convivenza tra i popoli, nel rispetto del diritto internazionale".