Governo ricattato dai maoisti, il premier pensa alle dimissioni
di Kalpit Parajuli
Il partito maoista vuole sostituire l’interno gabinetto, pena l’uscita dal governo. L’opposizione insorge e spinge il Primo ministro a dimettersi a soli cinque mesi dalla sua elezione. Dubbi sul futuro del Paese, dal 2009 in preda allo stallo politico ed economico.
Kathmandu (AsiaNews) – Il Premier comunista Khanal si prepara alle dimissioni a soli cinque mesi dalla sua elezione. La decisione, non ancora ufficiale, giunge dopo la proposta dei maoisti di sostituire l’intero governo. Forti del loro numero in parlamento gli ex guerriglieri ricattano il premier, minacciando di togliere il loro appoggio al governo se saranno rifiutate le nuove nomine.
Secondo i partiti di opposizione Khanal è ormai ostaggio dei maoisti. Ram Chandra Poudel, leader del Nepali Congress ed ex candidato premier, spiega che il governo ha già fallito il suo mandato ed è giusto che Khanal si dimetta ora. “A un mese dalla scadenza per scrivere la Costituzione e concludere il processo di pace con i maoisti – afferma - rinnovare il gabinetto è un’operazione inutile”.
Eletto grazie a un accordo segreto con il partito maoista, in questi mesi Khanal non è stato in grado di formare una coalizione in grado di rispettare i termini Onu per la scrittura della nuova Costituzione e la conclusione del processo di pace. I due punti sono essenziali per portare il Paese verso la democrazia dopo secoli di monarchia e oltre 10 anni di guerra civile. Lo scorso 28 maggio i partiti si sono accordati per una proroga di tre mesi dei termini Onu. Entro il 31 agosto, il governo dovrà presentare una prima bozza della costituzione e delle linee guida per il reintegro dei guerriglieri maoisti nella società, pena le dimissioni dell’intero esecutivo.
Prakash Jwala, consulente politico del Premier, si dice però ancora fiducioso in un ripensamento del partito maoista. “I maoisti – afferma – conoscono i problemi che affliggono il Paese e la popolazione e spero in un loro passo indietro”. Jwala sottolinea che il governo potrebbe cambiare solo alcuni ministri per poi concentrarsi sulle principali problematiche del Paese. Secondo il politico i partiti sbagliano a chiedere le dimissioni di Khanal in un momento così delicato. Infatti, nessuno ha potere e numeri necessari per guidare da solo il Paese. “Se questo governo fallirà – dice – chi verrà dopo di noi subirà la stessa identica sorte”.
Nel 2006 l’Onu e il governo ad interim hanno elaborato un processo di pace che implica la scrittura della prima costituzione democratica del Nepal e il riassorbimento nella società delle milizie maoiste. Nel 2008, guidati dal loro leader Prachanda, i maoisti hanno vincono le elezioni. Ma nel maggio 2009 il premier maoista Prachanda si dimette per i contrasti con il presidente e il capo di stato maggiore. A tutt’oggi i maoisti sono ancora il principale partito del Nepal e sfruttano il loro potere ostacolando il lavoro dei governi con scioperi e proteste, portando il Paese allo stallo politico ed economico.
Secondo i partiti di opposizione Khanal è ormai ostaggio dei maoisti. Ram Chandra Poudel, leader del Nepali Congress ed ex candidato premier, spiega che il governo ha già fallito il suo mandato ed è giusto che Khanal si dimetta ora. “A un mese dalla scadenza per scrivere la Costituzione e concludere il processo di pace con i maoisti – afferma - rinnovare il gabinetto è un’operazione inutile”.
Eletto grazie a un accordo segreto con il partito maoista, in questi mesi Khanal non è stato in grado di formare una coalizione in grado di rispettare i termini Onu per la scrittura della nuova Costituzione e la conclusione del processo di pace. I due punti sono essenziali per portare il Paese verso la democrazia dopo secoli di monarchia e oltre 10 anni di guerra civile. Lo scorso 28 maggio i partiti si sono accordati per una proroga di tre mesi dei termini Onu. Entro il 31 agosto, il governo dovrà presentare una prima bozza della costituzione e delle linee guida per il reintegro dei guerriglieri maoisti nella società, pena le dimissioni dell’intero esecutivo.
Prakash Jwala, consulente politico del Premier, si dice però ancora fiducioso in un ripensamento del partito maoista. “I maoisti – afferma – conoscono i problemi che affliggono il Paese e la popolazione e spero in un loro passo indietro”. Jwala sottolinea che il governo potrebbe cambiare solo alcuni ministri per poi concentrarsi sulle principali problematiche del Paese. Secondo il politico i partiti sbagliano a chiedere le dimissioni di Khanal in un momento così delicato. Infatti, nessuno ha potere e numeri necessari per guidare da solo il Paese. “Se questo governo fallirà – dice – chi verrà dopo di noi subirà la stessa identica sorte”.
Nel 2006 l’Onu e il governo ad interim hanno elaborato un processo di pace che implica la scrittura della prima costituzione democratica del Nepal e il riassorbimento nella società delle milizie maoiste. Nel 2008, guidati dal loro leader Prachanda, i maoisti hanno vincono le elezioni. Ma nel maggio 2009 il premier maoista Prachanda si dimette per i contrasti con il presidente e il capo di stato maggiore. A tutt’oggi i maoisti sono ancora il principale partito del Nepal e sfruttano il loro potere ostacolando il lavoro dei governi con scioperi e proteste, portando il Paese allo stallo politico ed economico.
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14/07/2016 12:33
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