Gmg: Papa, con la fiducia in Cristo dobbiamo essere capaci di "offrire" ai giovani il loro futuro
Rio de Janeiro (AsiaNews) - "Offrire" ai giovani il loro futuro. Non è, per il Papa, un'opzione, ma il criterio di giudizio per la "nostra generazione". Papa Francesco è arrivato a Rio de Janeiro: lo ha subito circondato il calore di una popolazione che ha più volte fermato il corteo (nella foto) che ha traversato le vie della città e al tempo stessso ha trovato subito il modo di "spiegare" il significato che vuole dare alla sua presenza per questa 28ma Giornata mondiale della gioventù.
"La nostra generazione - ha detto nel corso della cerimonia di benvenuto - si rivelerà all'altezza della promessa che c'è in ogni giovane quando saprà offrirgli spazio; tutelarne le condizioni materiali e spirituali per il pieno sviluppo; dargli solide fondamenta su cui possa costruire la vita; garantirgli la sicurezza e l'educazione affinché diventi ciò che può essere; trasmettergli valori duraturi per cui vale la pena vivere; assicurargli un orizzonte trascendente per la sua sete di felicità autentica e la sua creatività nel bene; consegnargli l'eredità di un mondo che corrisponda alla misura della vita umana; svegliare in lui le migliori potenzialità per essere protagonista del proprio domani e corresponsabile del destino di tutti".
Atterrato all'aeroporto della capitale carioca alle 16, il Papa è stato accolto dalla presidente della Repubblica Dilma Rousseff e dalle autorità ecclesiastiche e dello Stato di Rio de Janeiro.
All'aeroporto non c'è stata una cerimonia protocollare, ma due bambini gli hanno offerto dei fiori e un coro di bambini ha intonato alcuni canti, tra cui l'inno della Gmg, ricevendo l'applauso gioioso del Papa e dei presenti.
Secondo programma, Francesco ha quindi lasciato l'aeroporto per recarsi al Palazzo di Guanabara ove ha avuto luogo la cerimonia di benvenuto: otto chilometri tra le vie di una città scesa in strada per salutare l'ospite. Il Papa ha usato prima una piccola utilitaria, per alcuni tratti sommersa dalla folla che ha bloccato più volte il corteo, poi è salito sulla jeep non blindata, come da lui voluto per essere più a contatto con i fedeli. E come succede in occasione delle udienze a Roma, il Papa ha fatto fermare il veicolo più volte per farsi portare dei bimbi da benedire.
In elicottero, infine, è arrivato nel palazzo che è la sede del governo statale.
Rispondendo al saluto della Presidente, Francesco ha innanzi tutto ringraziato la Provvidenza perché "Dio ha voluto che il primo viaggio internazionale del mio Pontificato mi offrisse la possibilità di ritornare nell'amata America Latina".
"Ho imparato che, per avere accesso al Popolo brasiliano, bisogna entrare dal portale del suo immenso cuore; mi sia quindi permesso in questo momento di bussare delicatamente a questa porta. Chiedo permesso per entrare e trascorrere questa settimana con voi. Io non ho né oro né argento, ma porto ciò che di più prezioso mi è stato dato: Gesù Cristo! Vengo nel suo Nome per alimentare la fiamma di amore fraterno che arde in ogni cuore; e desidero che a tutti e ciascuno giunga il mio saluto: "La pace di Cristo sia con voi!".
"Come è noto - ha aggiunto - il motivo principale della mia presenza in Brasile trascende i suoi confini. Sono venuto infatti per la Giornata Mondiale della Gioventù. Sono venuto a incontrare giovani arrivati da ogni parte del mondo, attratti dalle braccia aperte del Cristo Redentore. Essi vogliono trovare un rifugio nel suo abbraccio, proprio vicino al suo Cuore, ascoltare di nuovo la sua chiara e potente chiamata: Andate e fate discepoli tutti i popoli".
"Questi giovani provengono dai diversi continenti, parlano lingue differenti, sono portatori di culture variegate, eppure trovano in Cristo le risposte alle loro più alte e comuni aspirazioni e possono saziare la fame di una verità limpida e di un amore autentico che li uniscano al di là di ogni diversità. Cristo offre loro spazio, sapendo che non può esserci energia più potente di quella che si sprigiona dal cuore dei giovani quando sono conquistati dall'esperienza dell'amicizia con Lui. Cristo ha fiducia nei giovani e affida loro il futuro della sua stessa missione: 'Andate, fate discepoli'; andate oltre i confini di ciò che è umanamente possibile e generate un mondo di fratelli. Ma anche i giovani hanno fiducia in Cristo: essi non hanno paura di rischiare con Lui l'unica vita che hanno, perché sanno di non rimanere delusi".
"Nell'iniziare questa mia visita in Brasile, sono ben consapevole che, rivolgendomi ai giovani, parlo anche alle loro famiglie, alle loro comunità ecclesiali e nazionali di provenienza, alle società in cui sono inseriti, agli uomini e alle donne dai quali dipende in gran misura il futuro di queste nuove generazioni. È comune da voi sentire i genitori che dicono: 'I figli sono la pupilla dei nostri occhi'. Come è bella questa espressione della saggezza brasiliana che applica ai giovani l'immagine della pupilla degli occhi, la finestra attraverso la quale la luce entra in noi regalandoci il miracolo della visione! Che ne sarà di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi? Come potremo andare avanti? Il mio augurio è che, in questa settimana, ognuno di noi si lasci interpellare da questa domanda provocatoria. La gioventù è la finestra attraverso la quale il futuro entra nel mondo, e quindi ci impone grandi sfide".
"Nel concludere, chiedo a tutti la gentilezza dell'attenzione e, se possibile, l'empatia necessaria per stabilirne un dialogo tra amici. In questo momento, le braccia del Papa si allargano per abbracciare l'intera nazione brasiliana, nella sua complessa ricchezza umana, culturale e religiosa".