Gli sciiti celebrano l’Ashoura, mentre al Sadr torna in Parlamento
Da Iraq, Iran e Pakistan arrivano nella città santa di Kerbala i pellegrini che commemorano la morte dell’imam Hussein. Principale festa degli sciiti è già stata occasione di sanguinosi attentati. Sul fernet politico il blocco sciita registra la fine del boicottaggio del Parlamento da parte dei sadristi, sempre più isolati.
Baghdad (AsiaNews) – Arrivano i primi pellegrini nella città santa di Kerbala, a sud di Baghdad, per celebrare l’Ashoura, uno degli eventi chiave del calendario religioso sciita. Vietata sotto Saddam, la festa che commemora la morte dell’imam Hussein, negli ultimi anni è diventata anche occasione di sanguinosi attentati contro gli sciiti. Mentre i fedeli sono impegnati nel rituale pellegrinaggio alla moschea della cupola d’ora, sul fronte politico si registrano cambi di scenario con i seguaci del leader radicale Moqtada al Sadr che rientrano in Parlamento, dopo oltre due mesi di boicottaggio del governo.
L’Ashoura
I pellegrini sciiti giungono a Kerbala a piedi o in autobus, portando drappi neri in segno di lutto per Hussein, nipote di Maometto. Vengono dalle province vicine del centro e da quelle del sud, ma anche da Iran, Pakistan e Afghanistan. Gli abitanti locali si sono preparati ad accoglierli costruendo delle tikya – una specie di chioschi in legno di forma quadrata ornati di stoffe nere – nei quali i pellegrini possono riposarsi mangiare e dissetarsi prima di riprendere la strada.
I fedeli hanno cominciato a formare processioni di lamenti e autoflagellazioni al centro della città. Dei narratori raccontano attraverso gli altoparlanti la battaglia contro gli uomini del califfo Ommayyade (sunnita), Yazid, svoltasi a Kerbala nel 680 d.C. e in cui è rimasto ucciso Hussein. Iniziate lo scorso 21 gennaio, le celebrazioni dell’Ashoura durano 10 giorni e avranno il loro culmine il 30 gennaio con un raduno al quale sono attesi 3milioni di pellegrini, nella moschea dalla cupola d'oro a Najaf nei pressi di Kerbala in cui è sepolto Alì, considerato dagli sciiti il vero successore di Maometto.
L’isolamento di al-Sadr
Sempre più isolato anche all’interno della sua stessa coalizione, quella del premier Nouri al-Maliki, il leader radicale sciita Moqtada al Sadr ha revocato il boicottaggio del governo iracheno. I sadristi avevano deciso di disertare i lavori del Parlamento lo scorso 29 novembre in segno di protesta contro il vertice tra Maliki e George W. Bush, da cui esigono un ritiro in tempi brevi delle sue truppe dall’Iraq. I 6 ministri e i 30 parlamentari di al Sadr hanno revocato il boicottaggio dopo aver ottenuto da Baghdad “la discussione di un calendario che fissa i tempi del disimpegno delle forze statunitensi dal Paese”.
In realtà Washington ha convinto di recente al Maliki a togliere la sua protezione alle milizie di Sadr, l’“Esercito del Mahdi”, adducendo prove che al suo interno operano squadroni della morte responsabili delle violenze settarie a Baghdad. Secondo alcuni analisti, rientrare in Parlamento per il leader sciita era l’unica alterativa per evitare una possibile offensiva militare americana o il totale isolamento. È di ieri la comunicazione statunitense che le forze della coalizione e quelle irachene hanno catturato oltre 600 membri dell' "Esercito del Mahdi" nell’ultimo mese e mezzo, oltre a 16 miliziani di “alto rango”.
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