11/04/2008, 00.00
INDIA
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Gli indiani di fronte ad un'inflazione record, spinta dal costo degli alimenti

Il governo cerca di calmierare i prezzi senza danneggiare la crescita economica. Tolti i dazi su alimenti importati e vietata l’esportazione di riso e legumi, ma il problema è mondiale.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Inflazione record in India, spinta soprattutto dagli aumenti dei generi alimentari. Oggi il ministro per Commercio e industria ha rivelato che nella settimana dal 23 al 29 marzo (in India il dato si misura su base settimanale) i prezzi al consumo sono cresciuti del 7,41%, massimo da più di 3 anni, ma gli aumenti per i generi alimentari sono stati molto maggiori. Il governo è in difficoltà anche perché, oltre a dover contenere l’inflazione che erode le finanze della popolazione, vuole anzitutto favorire lo sviluppo di servizi e industrie. Per cui esperti escludono che la Banca centrale disponga un aumento delle riserve valutarie degli istituti di credito, in quanto per lo sviluppo economico occorre liquidità: dal dicembre 2006 le riserve valutarie sono già state aumentate 5 volte. Si prevede, piuttosto, che il governo possa imporre prezzi controllati su beni come cemento e acciaio, indispensabili per la crescita economica.

Per drenare l’eccessiva liquidità dal sistema bancario la Banca centrale prevede nella settimana di vendere circa 230 miliardi di rupie di titoli pubblici (5,8 miliardi di dollari).

Per contenere i prezzi degli alimenti, il governo ha già diminuito le imposte sull’importazione di olio per cucina e mais e ha proibito l’esportazione di riso non-basmati (alimento essenziale per il 65% della popolazione) e legumi. Ma è difficile intervenire su un problema che sempre più appare di livello mondiale: gli esperti prevedono che i prezzi di riso e cereali continueranno a crescere, anche perché i governi asiatici, come quello indiano, attuano politiche di favore soprattutto per servizi e industrie e si occupano molto meno di aiutare l’agricoltura. A New Delhi il riso ha avuto aumenti anche del 33% (da 12 a 16 rupie al chilogrammo, circa da 19 a 25 centesimi di euro) negli ultimi 2 mesi.

Ieri il premier Manmohan Singh ha fatto presente che “un’eccessiva crescita dei prezzi alimentari renderebbe difficile controllare l’inflazione. Nei Paesi in via di sviluppo, i prezzi alimentari sono il perno della struttura dei prezzi”. (PB)

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